L’allenatore del Napoli chiede ai media di focalizzarsi sulla squadra anziché sui singoli protagonisti.
L’appello ai media
Durante la conferenza stampa pre-partita contro l’Atalanta, Antonio Conte ha voluto chiarire il suo punto di vista sulla copertura mediatica relativa alla sua figura e alla squadra. “Il Napoli vince, il Napoli perde, non c’entra niente mettere Conte vince, Conte perde,” ha dichiarato Conte, spiegando che il successo o l’insuccesso appartiene al gruppo, non al singolo allenatore. L’appello è chiaro: la squadra va celebrata o criticata in quanto tale, senza personalizzare eccessivamente i risultati.
La richiesta di un’analisi collettiva
Conte ha espresso una certa perplessità per alcuni titoli recenti della stampa, soprattutto in seguito al match tra Inter e Juventus. Ha citato come esempio un titolo che sottolineava più il suo stato d’animo personale rispetto al contenuto effettivo della partita: “Sono rimasto sbalordito ed interdetto, il titolo non era né sulla Juve né sull’Inter, ma che io stavo godendo.” Secondo Conte, questo tipo di comunicazione finisce per distogliere l’attenzione dal vero protagonista, il Napoli.
Un concetto di vittoria e sconfitta collettiva
L’allenatore ha sottolineato come anche l’abitudine a mettere in risalto meriti o errori dei singoli giocatori possa minare lo spirito di squadra. Per lui, la vittoria e la sconfitta sono il frutto di un lavoro condiviso, e ogni tentativo di attribuire meriti individuali può creare una percezione sbagliata. “Mi infastidisce molto,” ha aggiunto Conte, ribadendo come il suo focus sia sempre sul collettivo e sulla coesione del gruppo.
Commento personale
Conte ha evidenziato un punto interessante sulla gestione delle dinamiche mediatiche nel calcio. Le sue parole rivelano la volontà di riportare l’attenzione sui valori della squadra, sottolineando il suo approccio collettivo, elemento essenziale per mantenere la coesione e l’unità di intenti. Resta da vedere se questo messaggio potrà influenzare positivamente sia i tifosi che la stampa.
