Jannick Sinner è stato investito dal caso doping, e da una spada di Damocle sulla testa, tradotta in una possibile squalifica, che onestamente avrebbe dell’assurdo
Questo caso però secondo Sinner ha evidenziato qualcosa di molto più profondo.
“Mi ha mostrato chi era davvero mio amico e chi non lo era. Mi sono reso conto che persone che ritenevamo amiche non lo erano, mentre altre che non pensavo lo fossero lo erano e lo sono”.
Una dichiarazione bella ed importante.
Il numero al mondo azzurro ha assicurato che “allo US Open, dopo che il caso era diventato di dominio pubblico, ho dovuto cambiare il mio programma di allenamento, mi guardavo intorno per osservare gli sguardi degli altri”.
Sinner, un periodo molto delicato
Una situazione pesante ed in un certo senso imbarazzante, per chi non avrebbe mai pensato un qualcosa di simile.
Sinner ha anche raccontato un momento particolare e specifico.
“È stato un periodo delicato, non sapevo come comportarmi, non erano cose sotto il mio controllo. Non dormivo, come la sera prima del match contro Medvedev a Wimbledon. Poi invece una mattina mi sono svegliato e ho realizzato che anche la decisione del giudice non dipendeva dal mio volere, e ho svoltato. Allo US Open, dopo che il caso era diventato di dominio pubblico, ho dovuto cambiare il mio programma di allenamento, mi guardavo intorno per osservare gli sguardi degli altri”.