Caso Sinner: arriva il ricorso della Wada

Chiesti due anni di squalifica

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Arriva il ricorso della Wada. Il caso doping non è ancora chiuso, infatti mentre Sinner era impegnato nel match al secondo turno di Pechino contro Safiullin, l’Agenzia Mondiale Antidoping ha esposto ricorso al Tas contro la sua assoluzione. Ora bisogna attendere almeno sei mesi per la sentenza difinitiva.

Il ricorso della Wada

Arriva il ricorso della Wada. Jannik Sinner era stato ritenuto esente da ogni colpa dal Tribunale Indipendente dell’Itia, dopo essere stato trovato positivo alla sostanza proibita clostebol nel marzo 2024. La Wada però afferma questo: “La conclusione di nessuna colpa o negligenza non è corretta ai sensi delle norme applicabili”. Pertanto è stato chiesto un periodo di ineleggibilità compreso tra 1 o 2 anni. Ora Sinner resta un atleta libero almeno fino a quando il Tas di Losanna non esprimerà la propria sentenza.

Le parole a caldo di Sinner

Queste le parole del numero 1 al mondo dopo essere venuto a conoscenza del ricorso esposto dalla Wada. “Non posso controllare tutto. Sono molto sorpreso e deluso da questo appello, perché avevo partecipato a tre audizioni ed erano andate molto bene. Sapevo che oggi la notizia sarebbe diventata ufficiale ma sono convinto della mia innocenza”. Successivamente è stato pubblicato un comunicato ufficiale in cui si è ribadito come il campione altoatesino farà di tutto per collaborare con la giustizia e dimostrare di essere innocente.

Il precedente di Palomino

Una vicenda simile a quella che sta avendo per protagonista Sinner, ha riguardato l’ex calciatore dell’Atalanta José Palomino, anche lui imputato e poi assolto per contaminazione da clostebol. La Procura Nazionale Antidoping aveva chiesto anche per lui due anni di squalifica, ma la sentenza del tribunale ha escluso ogni sua responsabilità. Alla fine della vicenda il difensore viene definitivamente assolto. Questa vicenda presenta molte analogie con il caso Sinner. Dopo numerose indagini si è riusciti a risalire alle motivazioni della sua positività, che deriva da una sostanza adoperata dal dogsitter per il suo cane, anch’egli positivo. Invece nel caso di Sinner la sostanza proibita è stata utilizzata dal suo fisioterapista, poi prontamente allontanato dallo staff tecnico.