Cambiare tempi gioco – Domandarsi se una partita di calcio sia più o meno lunga, a visuale di un tifoso di calcio, può essere la sicurezza di trovarlo sotto casa. Con una abbondante volontà di fartela pagare per aver tagliato divertimento con la propria squadra che combatte fino alla fine. Ma una questione del genere può essere posta sotto un profilo preciso: in certi casi non si sa chi vince un match.
Cambiare tempi gioco
Quando la capacità di gioco è paritaria, si può finire in pareggio zero a zero o qualsiasi altro pareggio annacquando la partita. Cioè passando ai due tempi supplementari e poi successivamente arrivando ai rigori. Si potrebbe obiettare che con i rigori si fa cassazione della partita, sempre nel calcio. Perché basta fare un rigore in più degli altri, sempre in livello di pareggio, per vincere la partita.
La domanda a questo punto è una in particolare: perché bisogna arrivare ai tempi supplementari e poi ai rigori? Molto probabilmente perché l’esperienza più che centenaria del gioco del calcio ha visto che la cosa funziona. Non si potrebbe però evitare di allungare il percorso? Detto diversamente: non si possono scegliere dei parametri differenti per selezionare la squadra vincitrice?
Si potrebbe valutare il gioco delle squadre prese a se stante, come parametro della vittoria. Cioè ragionare sulla condotta calcistica durante la partita per poi definire se una squadra può o meno meritare la vittoria. Sotto un certo aspetto può essere un deterrente verso condotte troppo fallose o aggiungere peperoncino alle azioni verso rete.
Ma comunque il punto di partenza è preciso: ci sono casi in cui una partita di calcio troppo lunga può disincentivare tifosi e spettatori. Forse anche giocatori nella propria condotta di gioco. Limitare il tempo di gioco e poi ragionare matematicamente può diventare un nuovo modo di interpretare il calcio e molte delle sue statistiche tecniche.
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