Thiago Motta ha fatto infuriare i tifosi della Juventus. Scoppia il caso

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Thiago Motta è arrivato a Torino per iniziare la sua nuova avventura con la Juventus. L’ex tecnico del Bologna, ha sostenuto le visite mediche di routine e iniziare ufficialmente la sua avventura in bianconero. L’italo brasiliano è stato accolto dai tifosi della Vecchia Signora con grande entusiasmo, arrivati in massa per salutarlo. Dopo tre anni si è conclusa l’era con Massimiliano Allegri, che con la Juve ha avuto un rapporto di amore ed odio, soprattutto nell’ultimo periodo.

Il passato ingombrante all’Inter con il giallo dell’esultanza

Thiago Motta appena arrivato al centro medico juventino si è fermato con molta gentilezza per firmare alcuni autografi. Però, quando gli è stato chiesto di intonare il famoso coro Chi non salta nerazzurro è, Motta ha abbozzato un sorriso. Non ha accennato nessun movimento che non fosse quello della mano. Questo pare abbia infastidito non poco i tifosi juventini, che si sarebbero aspettati quanto meno un gesto di consenso, ma questo non è avvenuto. Ricordiamo che quando i tifosi del Bologna durante la festa per la qualificazione in Champions League, avevano fatto lo stesso coro, ma contro la Juventus, Motta aveva saltato di gusto. Insomma scoppia il caso, con i tifosi bianconeri che non hanno digerito il comportamento. Ancora un po’ interista si sente e sarebbe davvero difficile il contrario considerato, quello che ha vinto in maglia nerazzurra.

Ora si apre l’era Juventus e i tifosi sperano nel riscatto

La speranza dei tifosi bianconeri, nonostante tutto, è proprio quella che contribuisca in maniera significativa a scrivere un pezzo importante anche per la Juve. Magari proprio a partire dal derby d’Italia, e passando per lo scudetto, che deve essere scucito proprio dal petto degli eterni rivali. Non sarà impresa facile, perché la formazione bianconera ha bisogno di un sostanziale ritocco alla rosa, ma bisogna provarci. L’Inter negli ultimi anni ha preso in mano il predominio del campionato italiano, ecco perché bisogna lottare fino alla fine per ritornare a primeggiare.