Europei, quando si difende l’indifendibile si cade nel ridicolo.

L’Italia ha perso la faccia e ci ha fatto vergognare della nostra nazionale

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Spalletti
Head coach Luciano Spalletti of Inter Milan attends a press conference for the Nanjing match of the 2017 International Champions Cup China against Olympique Lyonnais in Nanjing city, east China's Jiangsu province, 23 July 2017.

“Il fallimento azzurro”
Mai nessuno era riuscito a portare così in basso il calcio italiano. La tristezza e l’amarezza non pervade solamente l’anima ed il cuore del popolo italiano, ma anche gli stati d’animo di tutti i nostri concittadini sparsi per il Mondo, quindi, altro che 60 milioni nostrani.

Il giorno dopo le dichiarazioni del Presidente Gravina, si fa fatica a comprenderle. Certamente i danni maggiori andrebbero chiesti all’ex ct Mancini, il quale lasciò la nave mentre entrava nel porto e poi chiedere all’attuale tecnico, il perchè di scelte incomprensibili, che hanno tagliato fuori molti senatori del vecchio ciclo.

È vero che il gioco di Spalletti richiede tempo e prove infinite ed in 8 mesi i miracoli non si possono fare, ma allora perchè non puntare su uomini d’esperienza, che proprio in queste situazioni, avrebbero dato mani e piedi per la loro patria?

Di questa spedizione possiamo salvare il portierone Donnarumma e pochi altri, i quali ci hanno evitato il ko pure contro l’Albania, una squadra più unita e compatta della nostra selezione, tra le cui fila non ci sono nè Messi nè Neymar e nè Mbappè.

Il mistero sta nella regressione del gioco spallettiano rispetto a quando arrivò nel 2023. La sua idea di calcio ha incantato i tifosi della Roma, del Napoli, dell’Udinese, dell’Inter, dello Zenit e via discorrendo. Molto spesso le sue dichiarazioni hanno fatto scalpore per quanto erano irrazionali e poco logiche, come quando disse, prima del torneo, che voleva fare la storia con questa nazionale; poi all’indomani della Croazia, disse che avevano meritato di passare il turno; oppure che sarebbero scesi in campo per battere la Svizzera.

Già nell’amichevole contro la Turchia, si percepii che la compagine non fosse pronta per una competizione del genere, che richiede dinamismo, corsa, tecnica, spirito di gruppo e grinta.

Purtroppo anche l’intelligenza artificiale, nella figura dell’algoritmo, ci dava il 42% di possibilità di passare ai quarti, mentre gli elvetici avevano il 58% di probabilità, ed ahinoi, così è stato.

Adesso al netto delle statistiche, resta l’amarezza per non aver combattuto in campo. De Cubertin diceva: l’importante non è tanto la vittoria, ma il come si combatte in gara, perciò abbiamo fallito sotto tutti i punti di vista.

“Il caso Fagioli”
Sicuramente Fagioli è un campioncino che crescerà sempre di più, ma che messaggio si lancia agli altri, convocandolo dopo il caso delle scommesse?

Non era meglio fargli fare un’ ulteriore stop?

Che rendimendo e ritmo può dare un calciatore che è stato fermo per quasi 1 anno?

A questi dilemmi saprà rispondere il Ct di Certaldo che, da quando è andato via da Napoli, sembra aver perso la capacità di ascoltare gli altri; l’umiltà con cui si è fatto conoscere ed apprezzare nel Mondo del calcio sin dai tempi in cui allenava l’Empoli.

I nostri calciatori sono sembrati sempre apatici, senza grinta, già pronti per le vacanze, è mancato il fuoco dentro e nonostante tutto, milioni e milioni di appassionati si sono sintonizzati per vedere uno spettacolo di bassissima fattura.

“Conclusioni”
Per concludere, vorremmo dare un consiglio al commissario tecnico anche se non ne ha bisogno, cioè quello di far vedere ai suoi ragazzi le gesta sportive di Pietro Mennea, il quale, pur avendo 1/1000 di quello che hanno oggi loro, oltre a rappresentare il popolo italiano con disciplina ed onore, lottava, combatteva, correva (studiava all’università con ottimo profitto) fino alla morte contro i colossi russi e americani, inarrivabili sulla carta, ma che lui poi, nella pratica, stracciò sulle piste.

I tifosi di una certa generazione si chiedono se rivedranno mai la passione e la grinta di Marco Tardelli, la classe di Roberto Baggio, gli occhi di tigre di Schillaci, la difesa di Maldini, Baresi, Gentile, Nesta, il centrocampo di Oriali, De Rossi, Totti, l’estro di Donadoni e Bruno Conti, i gol di Gigi Riva e tanti altri ancora.

Per ultimo se Gianni Rivera prenderà mai il posto di Gravina per curare il calcio malato fatto di troppi interessi economici e poche idee per il futuro.

Forza azzurri, ma questa volta non siamo con voi, almeno io non lo sono, e spero che riuscirete a tirare il meglio che è in voi per recuperare almeno la dignità perduta ed il rispetto dei telespettatori.



Sono stato un ex atleta agonista sia di sport collettivi che individuali. Ho praticato il calcio fino al 1996 arrivando alle soglie della serie D. Nello stesso anno un infortunio mi dirottò al Triathlon dove mi specializzai nelle lunghe distanze vincendo un argento ed un bronzo ai Campionati Italiani Age-group dell'Isola D'Elba, sempre su distanza Ironman (3.8 km di nuoto, 180 km di bici e 42 km di corsa). Ho iniziato a scrivere nel 2018 presso Supernews, poi nel 2020 ho iniziato a collaborare, per avere visibilità, con la Gazzetta Fan-news; infine sono approdato alla testata di Sportpaper nel settembre del 2021. Adesso spero si dare il mio contributo anche a News-sports. I miei cavalli di battaglia sono le interviste ai Campioni di ogni sport ed amo scrivere di qualsiasi disciplina perchè lo sport è vita.