La classifica finale del Rally Adriatico, nonostante un podio conquistato ed un altro sfumato nelle prime battute, nasconde ampiamente quanto complicata sia stata la partecipazione dei due portacolori di Rally Team sugli sterrati marchigiani.
Ad avere la meglio, Sabato scorso nell’appuntamento valevole per il Campionato Italiano Rally Terra e per la Coppa Rally ACI Sport di zona sei, è stato Marco Recchia.
A bordo di una Renault Clio RS di gruppo N, in coppia con Roberto Simioni, il pilota della compagine di Rosà ha concluso secondo in classe N3, sudando le proverbiali sette camice.
“Siamo partiti con un dritto ed un’uscita di strada” – racconta Recchia – “oltre alla temperatura motore che era sopra i mille, tenendoci un po’ in allarme. Sulla terza un dritto sull’asfalto, sulla quarta ci siamo girati ed anche il finale non è stato dei migliori con un dritto sull’ottava e con una toccata, con braccetto piegato, sull’ultima. La soddisfazione è quella di essere arrivati in fondo, era solo la mia seconda gara su terra, ma il problema più grande è che non siamo mai riusciti ad affrontare una prova pulita. Un percorso meraviglioso ma c’è tanto da imparare qui. Siamo abbastanza soddisfatti, il team ha fatto un lavoro egregio, ma siamo noi che dobbiamo evitare tutti questi errori. Grazie a tutto il team MMM, ai partners ed alla mia famiglia.”
Ad alzare bandiera bianca prima del traguardo, ritirato sulla quarta speciale quando era secondo in N2, Mirco Mattiazzo, con Gino Tessari su una Peugeot 106 Rallye gruppo N.
Problemi di natura tecnica lo affliggevano sin dal via, costringendolo a stringere i denti fino al momento del ritiro, nonostante gli sforzi di tutto il team per portarlo sulla pedana d’arrivo.
“Dopo un buon shakedown la prima speciale era andata bene” – racconta Mattiazzo – “ma già avevo sentito qualcosa che non funzionava a dovere sulla trasmissione. A metà della seconda speciale il guaio si è fatto sempre più serio e pensavo anche di fermarmi ma, in qualche modo, siamo riusciti ad uscire dalla prova. Abbiamo affrontato la terza molto piano, con il solo obiettivo di arrivare all’assistenza. I nostri ragazzi hanno provato a risolvere il problema ma non c’è stato nulla da fare e ci siamo arresi. Peccato perchè, per essere la prima volta su terra, ci stavamo divertendo un bel po’. Grazie ai meccanici, agli amici Marino Comarella e Marco Recchia perchè senza di loro non avrei completato l’auto in tempo. Un grande grazie a Gino Tessari.”