La redazione di News.Superscommesse.it ha raggiunto in esclusiva Roberto Beccantini, uno dei decani del giornalismo sportivo italiano, per affrontare alcuni temi d’attualitá del nostro calcio. In quest’intervista, Beccantini si esprime sul trionfale percorso dei campioni d’Italia e sul futuro di Stefano Pioli al Milan.
L’anno prossimo porteremo cinque squadre in Champions League, ormai è ufficiale, eppure lo spettacolo delle sfide dei quarti di finale ha confermato la distanza tra il nostro calcio e i vertici europei. Come confermato dall’eliminazione dell’Inter ad opera dell’Atletico Madrid, poi ‘maltrattato’ dal Borussia Dortmund. A scudetto assegnato, che valutazione possiamo fare della stagione dei nerazzurri? Si può parlare di occasione persa in Europa, proprio alla luce del fatto che l’ampio vantaggio in campionato poteva permettere di concentrarsi sulla Coppa?
“La stagione dell’Inter resta ampiamente positiva avendo vinto la Supercoppa Italiana e avendo dominato il campionato. La marcia in Serie A è stata trionfale. Sono riusciti a passare in un anno da 12 sconfitte a una grazie a un 3-5-2 a tratti sfrontato e a tratti più conservativo, ma è stata la vittoria di Simone Inzaghi e di Lautaro. (…) Detto questo, a mio avviso il rimpianto per l’epilogo dell’avventura in Champions League c’è. Dopo una finale contro il Manchester City nella quale secondo la stragrande degli osservatori avresti dovuto straperdere e invece giochi meglio, crei tanto e vai ad un passo dai supplementari mi sarei aspettato una conferma ad alti livelli. Invece, già dalla prima partita di quest’anno a San Sebastian contro la Real Sociedad ho visto un’Inter con più ombre che luci, compresa la doppia sfida contro l’Atletico. Detto che all’andata la squadra avrebbe meritato una vittoria con uno scarto maggiore, al ritorno si sarebbe dovuto fare tesoro del gol di Dimarco. Invece si sono fatti rimontare subito e poi non sono più riusciti a prendere in mano la partita”.
Deciso sembra il destino di Stefano Pioli al Milan dopo l’eliminazione dall’Europa League e l’ennesima sconfitta nel derby. Ritiene che il ciclo in rossonero del tecnico emiliano si sia davvero concluso o che tifosi e critica siano troppi severi? Per la sua sostituzione la società sembra orientarsi verso un tecnico straniero…
“Per utilizzare espressioni che vanno di moda oggi, io sono più ‘giocatorista’ che ‘allenatorista’. Ho grande stima dei tecnici, ma poi in campo vanno i giocatori. È chiaro e inevitabile che quando i risultati non arrivano cambiare l’allenatore sia più semplice che stravolgere la rosa. La storia ci insegna che Inzaghi un anno fa era quasi fuori, poi si salvò in casa del Porto e sappiamo com’è andata. Pioli al Milan ha vinto uno scudetto e raggiunto una semifinale di Champions, ma ci sono stati tanti alti e bassi e i sei derby persi pesano così come l’eliminazione contro la Roma. Io lo terrei, perché non è colpa sua se Leao ha la tendenza a essere grande contro i piccoli e piccolo contro i grandi. A quanto pare, però, hanno già deciso e l’andamento di questa stagione è risultato decisivo”.