Milan, il ritorno di Ibra

Lo svedese ha svolto l’intero allenamento assieme ai compagni ed è da considerarsi recuperato. I minuti nelle gambe sono pochi, ma il suo ritorno è importante anche in chiave psicologica collettiva.

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Milan, il ritorno di Ibra. Sarà anche solo per una manciata di minuti, ma nel caso saranno minuti importantissimi. Per se stesso, ovviamente, e per tutto il mondo rossonero che ha un disperato bisogno di aggrapparsi a un totem. Al suo totem. La notizia di oggi era nell’aria e sa di campane a festa: Zlatan Ibrahimovic ha svolto tutto l’allenamento in gruppo ed è quindi da considerarsi recuperato. Ovvero convocabile per la sfida di campionato contro il Torino in programma venerdì sera a San Siro. In un momento in cui al Diavolo serve una scossa forte, ecco che ritorna in scena il capobranco. Che in realtà non se n’era mai andato, ma un conto è sedersi sulle poltroncine a qualche metro dalla panchina, un altro vivere tutti riti pre partita assieme ai compagni. E cioè tornare a essere parte integrante a tutti gli effetti di una partita ufficiale.

Milan, il ritorno di Ibra: fine del calvario di un campione

Gli indizi che portavano al lieto fine si stavano accumulando negli ultimi giorni, anche perché Ibra non mancava di affidare ai social la sua soddisfazione per i progressi. Prima le sessioni di lavoro muscolare, poi i primi tocchi col pallone sul campo, quindi una parte di allenamento col gruppo, e infine tutta la seduta di oggi assieme ai compagni. L’ultima partita dello svedese è quella dello scudetto di Reggio Emilia del 22/05/2022, l’ultimo gol è del 09/01/2022 a Venezia. Il calvario iniziato con l’intervento chirurgico del 25/05/2022 (anche se in realtà l’attaccante soffriva le pene dell’inferno già da tempo) si è concluso otto mesi e mezzo dopo. Il Milan ha ritrovato il suo leader, e mai come adesso se ne sentiva la mancanza.

Milan, il ritorno di Ibra: trequartista o centravanti ?

Dopo l’operazione al ginocchio dello scorso maggio, Ibra è pronto a riprendersi il Diavolo: il classe ’81 ha circa 15 minuti nella gambe. Stefano Pioli potrebbe sganciarlo a gara in corso. Sarà un giocatore diverso rispetto al passato, per questioni anagrafiche e di infortuni. L’usura del tempo innegabilmente si fa e si farà sentire. Motivo per il quale lo staff tacnico cercail modo migliore per metterlo in condizioni di rendere. L’idea di spostarlo nel ruolo di trequartista è nelle corde dell’allenatore rossonero, così come quella di schierarlo seconda punta nel 3-5-2 accanto a Olivier Giroud oppure ad uno fra Ante Rebic e Divock Origi.