Milan, crisi profonda. Il titolo che apre la prima pagina della Gazzetta dello Sport è eloquente: “Il Milan è sparito”. Una frase breve per racchiudere il difficile momento rossonero. Dopo la sosta mondiale il ruolino di marcia è stato il seguente: vittoria a Salerno, pareggi con Roma e Lecce, sconfitta pesante contro la Lazio, eliminazione dalla Coppa Italia per mano del Torino (con un uomo in più….n.d.r.), Supercoppa Italiana lasciata ai cugini dell’Inter per la vendetta di Calhanoglu. Due obiettivi su quattro già sfumati. La difesa senza Maignan ha perso ogni certezza, subendo 13 reti in 6 partite ufficiali. Il gioco è involuto, i giocatori disorientati e atleticamente a scartamento ridotto, Giroud e Leao cantano e portano la croce. Maldini davanti alla stampa tiene la barra dritta, ma sa che molto non sta funzionando e che dovrà intervenire in qualche modo.
Milan, crisi profonda: un problema di modulo o altro ?
La sconfitta di ieri sera segna la fine del motivetto “Pioli is on fire”, lo scudetto è un lontano ricordo. L’allenatore emiliano non è l’unico responsabile della situazione attuale, ma ha le colpe più evidenti. La squadra viene preparata e messa in campo da lui, la tattica e le scelte competono al mister. Quello che si vede è una squadra sfilacciata, senza anima, che ha perso le coordinate del gioco. Gli avversari ormai hanno studiato a fondo il modulo utilizzato dai rossoneri: raddoppiano sistematicamente la fascia sinistra, fanno densità a centrocampo e colpiscono di rimessa. Lo staff tecnico lo sa e non interviene, perché ? L’integralismo “pioliano” non sta pagando, è evidente che qualcosa andrà cambiato. Coprendo di più la difesa, al momento totalmente insicura senza Maignan per esempio. Oppure cominciando a dare spazio agli acquisti estivi, fin qui sottoutilizzati.
Milan, crisi profonda: Pioli fino a fine annata e poi ?
Nel dopo partita Maldini si è concesso a stampa e tv, ribadendo la propria fiducia nel tecnico e nella squadra. Sottolineando che la squadra è ancora al secondo posto in classifica e che c’è un ottavo di finale da affrontare in Champions League. La dirigenza si stringe intorno all’allenatore emiliano per superare il periodo nero, ma è evidente che molte scelte di gestione non siano piaciute. Le tante formazioni sbagliate in partenza, la mancata valorizzazione dei nuovi acquisti, i giovani mai calcolati e la scellerata questione Bakayoko. Un alterco fra Pioli e il francese ha portato all’emarginazione totale di un ragazzo preso per essere il dopo Kessie. La società farà di tutto per arrivare a fine stagione con Pioli, ma una eliminazione senza lottare dagli ottavi europei e soprattutto la mancata qualificazione alla prossima Champions League porterà il club a congedare lo staff tecnico. Mandando in soffitta per sempre l’era Pioli.