Juventus, la rivolta degli ultrà

Comunicato congiunto di tre dei gruppi della curva bianconera: Drughi, Viking e Nab. Parole durissime contro Agnelli e gli altri ex manager, ma anche la volontà di tornare a tifare allo Stadium

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Juventus, la rivolta degli ultrà. I gruppi più importanti del tifo bianconero hanno preso posizione. In merito alla sentenza sul caso plusvalenze, hanno lanciato pesantissime accuse al presidente Agnelli e agli altri dirigenti che hanno abbandonato il club. Parole dure abbinate alla volontà di tornare allo Stadium per animare di nuovo la curva.

Criticano una dirigenza “boriosa e faccendiera” che “aveva come unico scopo ridurre la storia sportiva di una società leggendaria a una mera operazione economica, un prodotto da piazzare sui mercati internazionali come una bibita qualsiasi o un marchio di abbigliamento”. Una “mercificazione” che ha avuto come primo passo il nuovo stadio. Concepito come “un posto per clienti da una toccata e via, disposti a spendere l’impensabile”.

Juventus, la rivolta degli ultrà: il duro attacco alla dirigenza Agnelli

In questa chiave, prosegue la tifoseria organizzata: “la Curva, cuore pulsante doveva essere spazzata via ad ogni costo, come dimostrano le vicende giudiziarie”. I riferimenti sono alle inchieste degli ultimi anni: quella del 2006 sui capi ultras (chiusa con “l’assoluzione”) e i processi Alto Piemonte e Last Banner (in attesa del giudizio di appello).

“Dove eravate quando a noi veniva impedito di stare al nostro posto? Dove eravate quando veniste messi in guardia dal pericolo di avere lasciato l’informazione in mano agli altri, permettendo a questi di occupare tutti i posti di responsabilità sportiva e mediatica?

Dove eravate quando ci chiedevate di non sventolare i bandieroni perché impedivano la visuale? Dove eravate quando portavano l’abbonamento in curva a 600 euro? A difendere questa dirigenza boriosa e faccendiera, infatuati dai nove scudetti consecutivi come se quell’impresa li mettesse al riparo da ogni critica”.

Juventus, la rivolta degli ultrà: peggio del 2006

Il resto del comunicato è un soffio di speranze future per la Juventus:

“Arriveranno tempi ben più difficili di quelli di oggi e gli abbacchi di oggi non sono gli Agnelli di ieri. La speranza è che la Juventus torni ad avere al fianco quelli ai quali è stato negato l’onore di farlo.

Ripartiamo dal compattare quel poco che resta, ricostruendo la bolgia che era lo Stadium e restituendo a Drughi, Viking e Nab la passione che è stata tolta da quei personaggi che oggi sono nell’angolo. Questa volta è peggio del 2006.

In quel caso eravamo veramente incolpevoli. Oggi no. Oggi paghiamo perché questi luridi esseri della dirigenza hanno trattato la nostra maglia come un oggetto senza anima. Una cosa resta intatta: la placida riverenza delle nuove dirigenze, di allora come di oggi, che per ritagliarsi il loro spazio e guadagnare il più possibile accettavano la serie B, allo stesso modo in cui oggi sono pronti a far crollare le azioni per agevolare l’uscita dalla Borsa e vendere più facilmente la nostra Juve a qualche altro faccendiere”.