Serie A il Napoli tra l’Inter e il sogno scudetto

Ultimo appuntamento con il “borsino” della Serie A: a poche ore dalla ripresa approfondiamo il Napoli capolista

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Serie A il Napoli tra l'Inter e il sogno scudetto
Serie A il Napoli tra l'Inter e il sogno scudetto

Serie A il Napoli tra l’Inter e il sogno Scudetto. Sarà così? Il Napoli riscriverà la geografia del campionato? Farà fuori le Regine del Nord? Nel 1986 Diego portava l’Albiceleste al trionfo la nazionale di Bilardo in terra messicana, qualche mese dopo arrivò il primo scudetto partenopeo. Oggi l’Argentina è Campione del Mondo e il Napoli veleggia al primo posto con 8 lunghezze di vantaggio sul Diavolo. Ferro, cornetti, corna, gobbo e chi ne ha più ne metta, si preparino i napoletani per la prima metà del loro 2023 che si preannuncia al cardiopalma. Per questo traguardo serviranno ferocia agonistica ma soprattutto la fede della città. La città la quale, ogni volta che il Napoli sembra ingiocabile, cade nel tranello dell’eccitazione e paga lo scotto della delusione atroce. In questa stagione il copione è stato emozionante, clamoroso, forse diventerà epico. Immaginatevi pochi mesi fa, tra una contestazione e una conferenza, una predizione tale sul proscenio napoletano: terzo tricolore possibile e quarti di Champions abbordabili, lo stesso si dica per la Coppa. Spalletti ha apparecchiato il banchetto e spera di far abboffare una città intera, vuole arrivare dove nessuno è arrivato dopo quei magici anni, anche perchè questo Scudetto sarebbe molto suo. Luciano è andato, come il Napoli stesso, più volte a sfiorare il trofeo negli ultimi 15 anni; il trionfo per lui sarebbe la definitiva consacrazione di una carriera partita dalla provincia e arrivata alla vetta, per il Napoli il termine giusto di un digiuno che cade non per caso nell’anno simbolico dell’Argentina, nel segno di Diego, la cui finestra sul volto ai Quartieri Spagnoli è pronta a riaprirsi, questa volta per tutt’altra gioia.

Serie A il Napoli tra l’Inter e il sogno scudetto, gli uomini

Spalletti ha avuto una grande forza nello schermare le possibili infiltrazioni di malumore dopo la non eccelsa fine della passata stagione. Il Napoli che scende in campo anzitutto è una bellezza per gli occhi, ma ha dimostrato, anche in giornate non perfette, di stare sul pezzo e talvolta di meritarsi il colpo di fortuna. Dopo la stoccata del Lens al PSG i partenopei sono gli unici imbattuti in Europa, non male. La grande differenza con lo scorso anno risiede nel carattere, ma anche in qualche uomo: da un lato quelli che sono diventati colonne, dall’altro i nuovi. Anguissa è il vero perno di questo Napoli, cardine del gioco accesosi oltre i suoi limite in fase offensiva; Mario Rui è tignoso, affidabile, sicuro, non concede molto spazio ad Oliveira; Zielinski è finalmente il leader in campo che aspettavamo da anni; Osimhen è determinante, quando gioca lui sembra quasi che la porta attragga il pallone, tanto sono alti i giri del motore azzurro. Ma se una colonna come Osimhen è la piacevole conferma dell’avere in casa un 9 destinato a dominare per anni, i suoi nuovi compagni sono anch’essi ben disposti. Kvara è atteso dall’esame – scontato – della conferma dopo una prima parte di stagione a tratti surreale; Raspadori è pronto, più di quanto mi aspettavo, e ha scelto un ambiente giusto per crescere ancora; Simeone è un jolly interessante, un’ottima riserva – e qualcosa di più – con il fiuto del gol e la fame della maglia. Bravi son bravi, ma la vera opera di Luciano è il gioco corale che ha costruito attorno ad essi, assai migliorato e più fluido rispetto alla scorsa stagione: il 4-3-3 è perfetto per il Napoli, con le ali che spesso si vestono da trequartisti beneficiando della tecnica di Raspadori o dell’inserimento di Osimhen. Forse a Luciano basterebbe non cambiare niente, ma a dire così pare troppo facile.

Serie A il Napoli tra l’Inter e il sogno scudetto, il calendario

E niente è facile, soprattutto in quello che è un momento storico della nostra Lega particolarmente combattuto dopo l’egemonia juventina. La contendente principale è una, non ci sono dubbi: il Milan campione in carica ha le carte per ripetersi, più di Inter e Juve; quest’ultime se la vedranno col Napoli di qui a breve. Gli azzurri sono attesi da un mese di fuoco: sfide con Inter, Juve e Roma intervallate da “pause” con Samp, Salernitana e la sfida di coppa con la Cremonese. Inutile dirlo, nel giro di tre settimane scopriremo il destino stagionale del Napoli, che come mai passa da queste tre partite. In primis perchè bisogna verificare la condizione fisica e mentale a 50 giorni dall’ultimo match ufficiale – le amichevoli, poco indicative, non sono andate al meglio – e in secundis perchè il Napoli avrà i successivi scontri diretti con le Regine del Nord non prima di aprile – con un’infartante Napoli-Inter il 21 di maggio. Ai tre match che assumono contorni di decisività si aggiunge la doppia sfida ad inizio marzo con Lazio e Atalanta, anch’essa un passaggio delicato. Certo è che con un gennaio calibrato queste potranno essere affrontate con ben altra prospettiva. Un gennaio che inizia domani a San Siro, sponda nerazzurra; il bivio – alla maniera della scorsa stagione – questa volta con il Biscione nei panni dell’inseguitore: il Napoli si porterà a +11 o l’Inter tornerà a -5? Da domani, ore 20.45, passa una stagione. Solo con una vittoria il Napoli potrebbe portare la testa alla Juve e soprattutto a quegli ottavi di Champions con l’Eintracht che – in caso positivo – inizierebbero a legittimare le ambizioni partenopee sul palcoscenico più importante. D’altronde, come detto, l’unica imbattuta in Europa è il Napoli.