Serie A la lotta per la zona Champions. Se il filo della favola partenopea non verrà a spezzarsi, le tre Regine del Nord non avranno grandi possibilità tricolori. Ancora una volta toccherà al Napoli riscrivere le logiche territoriali del nostro campionato. Ma dopo un mese di stop, la discussione si è polarizzata: per alcuni il Mondiale influirà, per altri no. Influsso o meno della rassegna iridata, Pioli, Inzaghi e Allegri partono da un discreto distacco, e a meno del seppuku di Luciano, non avranno vita facile. Iniziamo dai rossoneri: i due gol allo scadere (vs Spezia e Fiorentina) hanno regalato 6 punti fondamentali alla banda Pioli. Quale sarebbe il giudizio con 4 punti in meno? Insufficiente, con la squadra fuori dalla zona calda. Il confine tra prestazione e risultato si è spostato leggermente verso la via della concretezza: si ha l’impressione che Pioli – pur mettendo in campo un bel gioco – prediliga ora rischiare meno, non esponendosi alle folate degli avversari, contando poi su un plotone offensivo che fa del riempimento dell’area di rigore un tratto distintivo (vedi Tonali). Se Theo e Giroud non torneranno depressi da Doha, se il rinnovo di Leao sarà definito e se – soprattutto – guarirà il gatto Maignan, il cardine della squadra rimarrà solido. Alla ripresa nessuno scontro diretto, a differenza dei cugini. Dunque, se questo Milan torna quello dello scorso anno – a livello di intensità e qualità delle giocate – la scalata al Napoli non è da precludere; se invece si dovesse continuare sulla falsariga dei primi tre mesi sarebbe difficile recuperare da subito punti pesanti agli azzurri. Ma per quanto riguarda il piazzamento Champions Pioli&Co possono dormire sonni tranquilli, in virtù di una sinergia di intenti maggiore che altrove.
Serie A la lotta per la zona Champions, la Juve allegriana
Dategli del pazzo e nessuno vi dirà niente. Solo un matto sarebbe riuscito a tirare fuori dalla Juve smorta, che aveva preso schiaffi ad Haifa, una giusta dose di huevos. Max Allegri, ancora una volta, si dimostra in ritardo con l’evoluzione del gioco ma perfettamente sul pezzo nella gestione della rosa. Il gioco non è ancora il massimo da vedere: monotematico, prevedibile, eppure tremendamente efficace. Ma Max ci ha sempre insegnato che la difesa è il migliore attacco: filotto di sei vittorie senza subire gol e si torna prepotentemente all’assalto del Napoli. No, l’obiettivo non è quello e i tifosi lo sanno bene, ma ad Allegri il miracolo è già riuscito una volta. Come continuare su questa scia mirabiliante? Anzitutto dando largo ai giovani (Miretti, Fagioli, Iling). Riaccogliendo il portiere che ha messo paura a Messi sperando che continui ad essere decisivo, augurandosi che i difensori brasiliani non tornino frastornati, sognando Di Maria formato Mondiale. Poi però due grandi nomi fanno sospirare: alla Juve servono il miglior Vlahovic – che a Torino non hanno mai visto – e il miglior Chiesa: riuscirà, a dieci lunghi mesi dall’infortunio, a tornare il Federico sgusciante che conosciamo? Servono tutti, per un assalto all’Europa League che potrebbe diventare obbligatorio semmai la Lazio tornasse quella dei giorni migliori e l’Inter si ristabilisse totalmente. La società deve ora muovere ogni passo con la consapevolezza di uno scacchista, per preservare dal caos giuridico una sezione sportiva che allo scoppiare dello scandalo era in vacanza. Tante volte, il marcio si espande a macchia d’olio e tocca anche i più puri (vedi il Chiello). Concludendo la Juve è al contempo in lotta per inseguire il Napoli, ma dovrà guardarsi le spalle per non rischiare nulla, lo chiede anche il bilancio.
Serie A la lotta per la zona Champions, l’Inter di Inzaghi
Simone ha un problema che la partita con l’Atalanta non ha minimamente risolto: l’Inter va cronicamente in difficoltà ad ogni scontro diretto. Con la Dea si è visto qualcosa, ma sei andato sotto e hai preso due gol, insomma, non proprio un idillio domenicale. Lazio, Milan, Roma, Juve: 4 sconfitte dure quanto un pugno sulla bocca dello stomaco. Il rimpianto maggiore sono i soli tre punti di distacco dal Milan, pochi in relazione allo scompenso di giudizio tra rossoneri e nerazzurri. Sull’inizio di stagione del biscione, tuttavia, pesa anche la Champions; quel tour de force non ha aiutato nella continuità alla domenica ma ha sicuramente donato consapevolezza. Il punto interrogativo, ovviamente, è Romelu Lukaku. Riuscirà il belga a risollevarsi da uno stato in cui sembra – fisicamente e mentalmente – un gattino rispetto al leone che era? Molto dipenderà dai suoi muscoli, perché quelli di Dzeko, sebbene oliati, hanno bisogno di riposo per dare frustate. Un’altra buona notizia è rappresentata dal ritorno a pieno regime di Brozovic dopo il Mondiale da infaticabile maratoneta. Altro che problemi di convivenza con il buon Mkhitaryan, Simone non vede l’ora di avere tutti e quattro i moschettieri della mediana a disposizione. Più inventiva, più soluzioni, la possibilità di variare le trame offensive: Simone per arrivare ad un – utopistico – Scudetto ha bisogno di tutti i migliori. Compreso quel Lautaro campione del Mondo: i tifosi nerazzurri sperano che il Toro abulico delle ultime settimane sia rimasto in Argentina per fare spazio a quello che tutti conoscono, freddo e determinato, sul volo per Malpensa. A tenere banco è anche la questione Skriniar, capitano designato il cui rinnovo è atteso dal mondo nerazzurro. Il Napoli il 4 gennaio: una vittoria riaprirebbe tutto, una sconfitta condannerebbe all’oblio l’Inter di Inzaghi.