“Sono un grande tifoso dei Los Angeles Lakers con una tendenza al tradimento verso i Brooklyn Nets, da quando si sono spostati da New Jersey a Brooklyn. Li seguo con grande attenzione”. Parla anche della sua passione per la NBA, Giuseppe Sala, sindaco di Milano, ai microfoni di “Passa dal BSMT”, il podcast di Gianluca Gazzoli in onda due volte alla settimana – lunedì e giovedì –, dove i vari ospiti parlano di argomenti di attualità offrendo spunti, curiosità e momenti di riflessione.
Il sindaco si sofferma, poi, sui vari personaggi incontrati durante la sua esperienza: “Obama è un grande personaggio per simpatia e carisma. Un altro politico che mi ha impressionato è Putin. Quando l’ho incontrato ricordo i suoi occhi gelidi, che incutono timore e soggezione. È una presenza che si fa notare. Con la Merkel invece ci fu un colloquio molto amichevole. L’ho incontrata durante Expo e nel nostro appuntamento istituzionale mi sembrava che si stesse annoiando. Ad un certo punto abbiamo iniziato a parlare di cose che non riguardavano la politica, confrontandoci sui luoghi di vacanza, su dove andavamo a mangiare ed informazioni di questo tipo. Secondo me la Merkel è stata la politica più importante degli ultimi trent’anni a livello internazionale ed è una persona davvero straordinaria”.
Continua Sala: “Altra persona eccezionale è stata la presidente della Commissione Europea von der Leyen, che ho incontrato da poco. Lei ha una storia incredibile, che non so se in Italia sarebbe potuta accadere e che ci dovrebbe far riflettere. Ha due lauree e sette figli, probabilmente nel nostro Paese non sarebbe stata in grado di ottenere gli stessi risultati. Ha un amore incredibile per Milano ed è davvero dotata di grande umanità”.
Giuseppe Sala si sofferma, poi, sul suo ruolo: “Essere sindaco di Milano ha coinciso con il periodo più bello della mia vita. Non nasco politico, ma ho sempre avuto un’attenzione alla comunità. Quando ho avuto l’occasione per essere sindaco non ho avuto dubbi. Nonostante le pressioni e le responsabilità nel ricoprire un ruolo del genere è comunque qualcosa che avevo dentro, che si è aggiunto al sentimento di voler restituire qualcosa ad una città che mi ha sempre dato tanto. Per me è stata la sintesi di una vita lunga e travagliata che ha rappresentato un punto di arrivo”. E, proprio sulla sua vita, il sindaco parla anche della malattia che ha dovuto combattere: “Ho dovuto affrontare un tumore al quale sono letteralmente sopravvissuto. E’ una cosa con la quale convivo da 25 anni e che mi porta a dover fare delle cure periodicamente. Purtroppo le cure non mi hanno permesso di avere figli, cosa che mi è mancata particolarmente. Questo mi ha portato ad apprezzare ancora di più ogni istante e a farmi scivolare addosso i problemi di piccola entità”.
Parlando della città, il sindaco afferma: “Io guardo avanti, Milano si è sviluppata molto a nord del Duomo, esempi sono Citylife o Porta Nuova. Adesso è il momento di puntare al sud della città perché sarà l’area di sviluppo dei prossimi anni, dallo scalo di Porta Romana allo studentato, dalla Fondazione Prada a Santa Giulia e al nuovo PalaItalia. Il sud di Milano è la nostra porta sul verde e potremmo sviluppare molto quella zona. A tal proposito, credo che si debba smettere di chiamare periferia quello che non è mero centro cittadino. Ogni singola zona rappresenta un vero e proprio quartiere. Su alcune c’è molto da fare ma ci sono altri quartieri che sono migliorati tantissimi. Se continuiamo a definire tutto ciò che non è centro, periferia, facciamo un danno a quei luoghi e a chi li vive quotidianamente”.
C’è spazio anche per intervenire sulla vicenda relativa allo Stadio San Siro: “Su questo tema c’è sempre una linea emotiva ed una razionale che condiziona i giudizi. Il mio ruolo mi impone di essere razionale e, quindi, ammetto che non è possibile avere due impianti di certe dimensioni uno accanto all’altro. Sarebbe impossibile garantire eventi tali da sostenere la presenza di entrambi ma, anche se questo accadesse, renderebbe il quartiere invivibile. Anche a me piacerebbe puntare su San Siro, ma questo richiederebbe degli importanti adeguamenti strutturali e Milan e Inter hanno già dichiarato che preferiscono un nuovo impianto, quindi dobbiamo seguire le loro volontà. Siamo comunque ancora in una fase di valutazione, soprattutto per realizzare, eventualmente, una struttura funzionale al contesto”.
Parlando della città che amministra, il sindaco prosegue: “Milano può essere sicuramente da traino per le altre città italiane. Può essere un esempio di buona gestione ma, allo stesso tempo, deve essere brava a pensare un po’ meno al proprio successo. Ad ogni modo dovrebbe essere il Governo a far sì che Milano possa essere da traino al resto del Paese. Se prendi come esempio il trasporto pubblico e la pulizia della città, siamo un vero e proprio esempio per tutte le altre città. Una delle realtà che si avvicina di più a Milano è Bari, anche se abbiamo bisogno che sia Roma a funzionare e che sia centrale a livello gestionale”.
“Mi ispiro alle grandi città europee per avere spunti ed idee” – continua Sala – “Ad esempio a gennaio ho programmato un incontro a Londra con il sindaco Sadiq Khan per discutere, tra gli altri, del tema della mobilità. Senza arroganza e per questioni di ambizioni, se Milano vuole continuare a crescere deve inevitabilmente guardare alle grandi città internazionali”.
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