Juventus. il CdA si è dimesso

Assegnate già le cariche di presidente e direttore generale. Una rivoluzione anticipata dalle dimissioni. Il caso delle plusvalenze ha accelerato i tempi.

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Agnelli Ronaldo

Juventus. il CdA si è dimesso. Con un lungo comunicato scritto da Andrea Agnelli sono state formalizzate le dimissioni dell’intero CdA della Juventus. Si chiude così un lungo periodo che in qualche modo ha fatto la storia della società bianconera a livello sportivo. Una decisione che era nell’aria, filtrava dagli ambienti vicini alla società. La faccenda legale riguardante il caso delle plusvalenze fittizie è stato il grimaldello che ha portato alla rivoluzione. Il plenipotenziario John Elkann ha apprezzato la mossa, non volendo sollevare il cugino – presidente con un atto d’autorità. In mattinata è stata assegnata la carica di presidente a Gianluca Ferrero, mentre a Maurizio Scanavino è stata assegnata la delega di direttore generale. Nel corso della giornata di oggi si proverà a trovare un accordo con Alessandro Del Piero per la carica di vice presidente.

Juventus. il CdA si è dimesso: la lettera di Andrea Agnelli

Andrea Agnelli rivendica i “risultati straordinari” tra i quali lo stadio di proprietà, i nove scudetti consecutivi tra gli uomini e i cinque di fila tra le donne. Parla anche delle finali Champions di Berlino e Cardiff (“i nostri grandi rimpianti”, li definisce). Questo il testo integrale della lettera di dimissioni scritta dall’ex presidente bianconero:

“Giocare per la Juventus, lavorare per la Juventus; un unico obiettivo: Vincere.

Chi ha il privilegio di indossare la maglia bianconera lo sa. Chi lavora in squadra sa che il lavoro duro batte il talento se il talento non lavora duro. La Juventus è una delle più grandi società al mondo e chi vi lavora o gioca sa che il risultato è figlio del lavoro di tutta la squadra.

Siamo abituati per storia e DNA a vincere. Dal 2010 abbiamo onorato la nostra storia raggiungendo risultati straordinari: lo Stadium, 9 scudetti maschili consecutivi, i primi in Italia ad aver una serie Netflix e Amazon Prime, il J|Medical, 5 scudetti femminili consecutivi a partire dal giorno zero. E ancora, il deal con Volkswagen (pochi lo sanno), le finali di Berlino e Cardiff (i nostri grandi rimpianti), l’accordo con adidas, la Coppa Italia Next Gen, la prima società a rappresentare i club in seno al Comitato Esecutivo UEFA, il J|Museum e tanto altro.

Ore, giorni, notti, mesi e stagioni con l’obiettivo di migliorare sempre in vista di alcuni istanti determinanti. Ognuno di noi sa richiamare alla mente l’attimo prima di scendere in campo: esci dallo spogliatoio e giri a destra, una ventina di scalini in discesa con una grata in mezzo, un’altra decina di scalini in salita e ci sei: “el miedo escénico” e in quell’attimo quando sai di avere tutta la squadra con te l’impossibile diventa fattibile. Bernabeu, Old Trafford, Allianz Arena, Westfallen Stadium, San Siro, Geōrgios Karaiskakīs, Celtic Park, Camp Nou: ovunque siamo stati quando la squadra era compatta non temevamo nessuno.

 Quando la squadra non è compatta si presta il fianco agli avversari e questo può essere fatale. In quel momento bisogna avere la lucidità e contenere i danni: stiamo affrontando un momento delicato e la compattezza è venuta meno. Meglio lasciare tutti insieme dando la possibilità ad una nuova formazione di ribaltare quella partita.

La nostra consapevolezza sarà la loro sfida: essere all’altezza della storia della Juventus.

Io continuerò a immaginare e a lavorare per un calcio migliore, confortato da una frase di Friedrich Nietzsche: “And those who were seen dancing were thought to be insane by those who could not hear the music”.

 Ricordate, ci riconosceremo ovunque con uno sguardo: Siamo la gente della Juve!

 Fino alla fine…”