F1: il crollo Ferrari tra errori e perdita di competitività

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F1 il crollo Ferrari

Stava procedendo tutto più o meno bene fino a maggio, quando la Ferrari stava seriamente accarezzando il sogno del titolo mondiale grazie a Charles Leclerc, che al termine del Gran Premio di Miami aveva raggiunto quattro volte su cinque il podio, arrivando a vincere in due occasioni. Al netto dei ritiri, anche Carlos Sainz stava regalando soddisfazioni importanti. Poi, il blackout. Il “cavallino rampante” ha finito di scalpitare e la scuderia è stata interessata da una crisi interna, sottolineata dalle continue incomprensioni tra Leclerc e l’ingegnere Mattia Binotto. Quella in Olanda, disputata il 4 settembre, è stata la terza gara consecutiva in cui le vetture della Ferrari sono rimaste penalizzate dalla gestione delle gomme, in quanto già in Ungheria Leclerc aveva manifestato delle lamentele. Ad oggi, non ci sono stati grandi miglioramenti.

Mentre Max Verstappen ne approfittava vincendo più Gran Premi di fila, le rosse hanno perso la loro competitività: la F1-75 si comporta bene in qualifica, ma il divario con le dirette rivali si fa evidente sul lungo termine. Non sono mancati errori marchiani, come l’assenza di singole gomme al pit stop, ma in generale il rendimento è calato molto nella seconda metà del Mondiale. Il ritmo di gara non è stato più tale da consentire al monegasco di rimanere incollato al campione in carica e oggi la differenza in classifica è di un centinaio di punti.

Nemmeno lo stesso Binotto è riuscito a fornirsi sempre una spiegazione ai cali delle performance. Sta di fatto che il motore della Ferrari pare lontano anni luce da quelli della Red Bull e della Mercedes e la flessione è stata registrata ovviamente anche nella classifica dei costruttori. Si dice che la fortuna sia cieca, ma tra Leclerc e Sainz la cattiva sorte ci vede invece benissimo. Lo spagnolo si è ritrovato a subire penalizzazioni anche per caso, come quando ha dovuto rallentare per non travolgere un meccanico della McLaren e ha sfiorato Alonso. Anche Sainz, comunque, ha avuto di che lamentarsi con il suo team, soprattutto in relazione al surriscaldamento delle gomme.

Leclerc appariva fiducioso quando gli erano state proposte le gomme soft, registrando un buon approccio, mentre con le medie ha dovuto faticare molto di più rispetto a quanto non abbiano fatto le Mercedes con le gomme hard. Di riffa o di raffa, il titolo mondiale è praticamente sfumato e con esso, probabilmente, anche il progetto della F1-75. A Maranello si sta ancora indagando sui particolari che hanno svantaggiato Leclerc e Sainz nelle gare che avrebbero potuto decidere la stagione. E dire che Hamilton, a caccia del record di Mondiali, non ha nemmeno brillato quest’anno…

A questo punto, non resta che aspettare. Se si incastrassero un paio di situazioni, vincendo a Singapore Verstappen diventerebbe con largo anticipo campione del mondo. Non a caso il pronostico per le scommesse sulla Formula 1 appare ormai a senso unico: l’olandese ha praticamente il secondo titolo consecutivo in tasca. Alla Ferrari non rimane che riflettere e a lungo. Inutile negarlo: le aspettative per questo campionato erano elevatissime come non lo erano da tempo, ma per tornare a trionfare serve qualche idea in più.