Una zona della Terra scomparirà, ecco quale. Timori? Paure? Severi avvertimenti? Non solo, parliamo di un alto rischio che potrebbe effettivamente verificarsi in un futuro non molto distante dal nostro presente. Un rapporto stilato dalle Nazioni Unite che accentua il fatto che circa il 40% del suolo terrestre risulti degradato. E, di conseguenza, anche una sorta di possibili prospettive qualora si mettessero in atto dei rimedi efficaci per modificare e contrastare il degrado del suolo del pianeta. Al contrario, se si continuasse lungo questo passo, entro il 2050, un’area estesa tanto quanto il Sud America rischierebbe far registrare un ulteriore degrado. Ma ecco gli scenari possibili, riportati nel nostro approfondimento.
Una zona della Terra scomparirà e le possibili prospettive future
Il rapporto stilato dalle Nazioni Unite pone l’attenzione su una situazione globale piuttosto preoccupante. Si parte dall’impegno di ripristinare 1 miliardo di ettari di suolo degradati per poter fronteggiare le tangibili emergenze che, oggi come oggi, stiamo già iniziando a vivere.
L’aumento dei prezzi degli alimenti e i cambiamenti climatici, rappresentano solo alcuni dei problemi che stiamo toccando con mano e che potrebbero peggiorare nel corso degli anni (non molti).
L’obiettivo risiede nel combattere, per esempio, la desertificazione, in quanto tale minaccia potrebbe mettere in pericolo l’esistenza stessa dell’uomo e, ovviamente, la sopravvivenza dell’intera civiltà. Per tale motivo, sono stati mostrati 3 possibili scenari a seconda di alcune caratteristiche. Scopriamole insieme.
Primo scenario: situazione senza cambiamenti in attività produttive, gestione territorio e clima
Entro il 2050:
- Un’area grande quanto il Sud America rischia di sparire
- Calo persistente di produttività vegetativa per il 12-14% dei terreni agricoli
- Ingenti quantità di carbonio emesse dal 2015 al 2050 a causa del degrado del suolo
Secondo scenario: ripristino milioni di ettari
Entro il 2050:
- Aumento raccolto del 5-10% nei paesi in via di sviluppo
- Aumento capacità ritenzione idrica del 4% nei terreni coltivati a pioggia
- Aumento stock di carbonio tra 2015 e 2050
- Diminuzione del rischio della perdita della biodiversità
Terzo scenario: ripristino e protezione
Entro il 2050:
- Incremento di aree naturali
- Prevenuto un terzo della biodiversità
- Ingente quantità di carbonio immagazzinata con notevole riduzione di emissioni
Fonte: Virgilio