Nel segno della Passione Vivente del Cristo e della Sua Croce

La 50esima edizione della rappresentazione della Passione Vivente del Cristo Redentore, della Sua Croce e del Suo lungo Calvario

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Nel segno della Passione Vivente del Cristo e della Sua Croce

La Provvidenza Divina è stata quel segno tangibile che ha segnato la 50esima edizione della Passione Vivente di Lizzano.

Ripercorrere gli ultimi istanti di vita del Cristo, il Suo Calvario e la Sua redenzione illustrano simbolicamente una costante ricerca di Fede insita in ogni cristiano.

Ed è grazie a questa sacra rappresentazione che, con molta probabilità, riaffiorano le speranze e i cuori degli umani si genuflettono consci dei peccati di cui si è fatto carico Nostro Signore.

Rivivere dinanzi ai propri occhi, in contemporanea con tutto il mondo, quelle stesse sofferenze che nel I secolo segnarono la salvezza dell’umanità, ci ha reso sicuramente più emotivi.

Si è avvertito fortemente il pathos che era celato anche dietro a quell’ardente desiderio di rivivere questa “normalità” che mancava da circa due anni. Una ripresa che ci ha rivisto insieme nello stesso luogo dove, 50 anni fa, tutto ebbe inizio.

Nel segno della Passione Vivente del Cristo e della Sua Croce

La Passione Vivente: la sofferenza del Cristo e l’abbraccio dei fedeli

Dopo poco più di due anni di pandemia, siamo finalmente giunti a una parvenza di normalità che ci ha uniti e ci ha stretto intorno alla nuova e attesissima edizione della Passione Vivente.

Nonostante le attuali misure sanitarie abbiano imposto una visione differente di codesta rappresentazione con alcune scene a cui non è stato possibile assistere, la risposta e l’affluenza dei fedeli non si è fatta attendere. Il piazzale antistante il Convento di Lizzano è stato il luogo ove tutto si è svolto, ove, nonostante il freddo pungente, la folla numerosa è accorsa e ha simbolicamente scaldato ogni atto interpretato in maniera sublime.

La sofferenza del Cristo è stata sapientemente inscenata da un magistrale Angelo Iozzi che, sia nei gesti che nelle espressioni, ha saputo comunicare quel lungo Calvario che Nostro Signore ha dovuto patire nelle Sue ultime ore di vita fino alla Croce.

Nessun dettaglio è stato lasciato al caso, dai costumi alle ambientazioni ogni peculiarità rendeva onore a un lavoro meticoloso svolto da tutti coloro che hanno reso possibile la riuscita di questa importante edizione. Un evento che ha decretato un traguardo importante (dato che parliamo della 50esima edizione di questa rassegna) e che va a incastonarsi, come una pietra miliare, nella storia di questo piccolo comune della provincia jonica.

La bellezza della natura sullo sfondo, l’unione della folla che bramava l’inizio della Passione, un cielo terso e limpido rappresentano solo alcuni dei particolari che abbiamo deciso di menzionare per descrivervi quello che vi era intorno alla sacra rappresentazione.

L’ultima cena, il tradimento, la flagellazione, la crocifissione, i volti solcati da lacrime amare per la crudeltà dell’uomo che ha ucciso il Figlio di Dio, il peso di quella stessa Croce che rappresenta i nostri peccati e l’immenso dolore della Vergine Addolorata nel vedere Suo Figlio mentre subisce simili atrocità.

E, infine, le urla del Cristo che si rivolge al Padre di tutte le anime fino al suo ultimo sospiro, mentre il cuore lentamente pulsava i suoi ultimi battiti di vita terrena. E dopo essere spirato, il corpo esanime di Nostro Signore tra le braccia di Maria che, come la rappresentazione scultorea della Pietà, si materializzava dinanzi ai nostri occhi colmi di visibile sofferenza.

Saranno proprio queste le immagini che ci porteremo nel nostro cuore nei prossimi giorni, speranzosi che tutto questo possa renderci migliori, possa renderci umani, amorevoli, altruisti e in cerca di pace, pronti a porgere per primi la mano verso il prossimo. La Passione Vivente di Cristo funga da insegnamento per tutti noi.

D’altronde, come disse Taras Mithrandir: “Non mi aspetto giustizia dal mondo che ha crocifisso l’amore”, ma ricordatevi che non è mai troppo tardi per cambiare e rimediare agli errori commessi.