Intervista a Balotelli

“Se qualche interista mi ha odiato lo posso capire, avrei voluto diventare una bandiera nerazzurra”

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Intervista a Balotelli

Intervista a Balotelli – Ecco l’intervista concessa da Mario Balotelli ai microfoni di DAZN: “Sono felice della mia carriera, ho vinto tutto a livello di club. Mi manca qualcosa in nazionale, ed è qualcosa che posso rimpiangere. Ma spero non sia troppo tardi”.

Che emozione è stata tornare in Nazionale?
“Ero veramente felice. Era uno stage, ma è stato emozionante perché non me lo aspettavo. Mi aspettavo tutto tranne quello. Spero l’Italia vada ai Mondiali. La Macedonia sulla carta è più debole, ma non è da sottovalutare. E non è da sottovalutare la Turchia”.

Il momento più bello?
“Gli Europei, senza dubbio. L’esordio lo metto dopo. L’esultanza con la Germania? Ero un po’ più magro, ora sono più grosso. Se perdo un kg sono perfetto”.

Mancini cosa rappresenta per te?
“Nella mia carriera è lui che mi ha fatto iniziare con l’Inter. Aveva una situazione con Ibra che non stava benissimo, Adriano che c’era e a volte non c’era. C’era Cruz, Crespo, qualsiasi allenatore non lo avrebbe fatto”.

Intervista a Balotelli – L’Inter?
“Se qualche tifoso mi ha odiato lo posso capire. Per la storia della maglietta, perché sono andato al Milan… se qualcuno mi ha insultato, non con insulti razzisti, io lo capisco”.

Tireresti di nuovo la maglietta per terra?
“Lo cancellerei se potessi. Volevo bene ai tifosi dell’Inter. In quella partita con il Barcellona sono entrato bene, ho sbagliato un passaggio e hanno iniziato a fischiarmi. L’ho presa male, non era mai successo. Mi sarebbe piaciuto diventare una bandiera dell’Inter, con Moratti ne avevo parlato ma l’obiettivo era quello. Moratti è inarrivabile. Mi aveva regalato una moneta d’oro e lì per lì mi sono detto ‘ma cos’è?’. Io non capivo, sono andato nello spogliato io e l’ho mostrata a Materazzi. Mi ha detto che l’aveva regalata a Ronaldo, Recoba, Adriano e Ibra. Lì ho capito cosa significava e quella cosa mi è rimasta per sempre dentro. È inarrivabile, come persona e come tutto. Quella moneta ce l’ho ancora oggi””.

Tornerai in Italia?
“È difficile. In Italia penso sia difficile”.

Ti avremmo visto bene a Napoli.
“Dillo a De Laurentiis, se non fosse per lui sarei a Napoli da dieci anni. Sono innamorato di Napoli, ci avrei giocato sempre. Ci è nata mia figlia, lo dicevo a Raiola che mi sarebbe piaciuto giocarci”.