Roma: a che punto siamo?

Analizziamo il processo di crescita della squadra di Mourinho in questo girone d’andata ormai concluso

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In questo girone di andata abbiamo visto una Roma a due velocità. La prima è una squadra che parte benissimo in campionato, tiene testa al Napoli capolista, sfiorando anche la vittoria e che specialmente vince a Bergamo contro l’Atalanta per 1-4. Questa è la Roma che Mourinho vorrebbe sempre vedere. Purtroppo la realtà non è stata sempre questa, perché a prestazioni sontuose la Roma ha alternato partite catastrofiche, come quella contro il Bodo in Conference, o contro l’Inter in casa, facendo vedere una squadra sconnessa sotto tutti i punti di vista. Alla fine della 19a giornata di A, che ha visto uno scialbo pareggio in casa contro la più modesta Samp, la Roma si presenta al 2022 con 32 punti, sesto posto in campionato a meno 6 dall’Atalanta quarta. Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Scopriamo perché.

Discontinuità

L’allenatore portoghese non può di certo essere  contento delle prestazioni, troppo altalenanti, dei suoi centrali di difesa, Smalling escluso. Se Ibanez é statol’esempio più evidente di discontinuità delle prestazioni giallorosse, Mancini non sembra essere quel centrale di difesa che si era imposto come leader nella precedente gestione Fonseca. Il centrale nativo di Pontedera ha faticato abbastanza prima il cambio di modulo iniziale che prevedeva una difesa a 4, poi il successivo adattamento di Mourinho con una difesa a 3 a lui più congeniale. Troppi sono stati per questo reparto gli errori di concentrazione che la squadra ha pagato a caro prezzo, come il gol di Okereke del 3-2 veneziano che nasce da un errore dilettantistico della difesa. L’attaccante viene lasciato libero di andare contro Rui Patricio nella speranza che venga segnalato un fuorigioco che non c’é, perchè eseguita male la linea.

Lavorare sulla testa

Mourinho ha da subito avuto un compito fondamentale nella Roma, che sta portando avanti con sagacia: rendere questa rosa una squadra. Il processo è solo all’inizio. Serve una squadra in grado di rispondere alle avversità durante la partita e di rimontare il risultato negativo. La Roma ha rimontato solo il risultato di Cagliari, penultimo, in questa prima parte di campionato. Non solo, la Roma non è mai stata in grado di riprendere una partita mal indirizzata da episodi arbitrali o infortuni. Al netto di una mancanza pacifica di 5-6 punti per imbarazzanti errori arbitrali, una squadra forte è quella in grado di andare oltre l’errore arbitrale o l’infortunio. Su questo siamo certi che la mentalità mourinhana arriverà. Ma la Roma ha anche un problema di discontinuità all’interno della partita stessa, con momenti di vera e propria flessione, anche incomprensibile.

Qualcosa per gennaio?

La Roma ha dei problemi rilevanti nella composizione della rosa. A questa squadra manca la riserva naturale di Rick Karsdorp a destra, diventato maratoneta insostituibile in questa parte di stagione. Reynolds non sembra adatto a questi livelli, urgerà intervenire subito nel mercato. Caldo è il nome di Kristiensen del Salisburgo, profilo giovane e interessante. Ma assolutamente non basta. Mourinho sta letteralmente facendo miracoli con il materiale umano a centrocampo, dove solo Veretout e Cristante da soli non forniscono le certezze che servono che lotta per un posto in Europa. Sicuramente servirà un titolare da affiancare, tanti sono i papabili, da Allan a Tolisso, passando per un tentativo per Remo Freuler, che però ha appena esercitato l’opzione per un anno di contratto in più con la Dea. A questa squadra serve però anche un centrale titolare in grado di far riposare Mancini o Ibanez o sopperendo agli infortuni di Smalling. Vi è una Roma con Smalling in difesa e una senza Smalling. A noi piace più la prima. Per Pinto ci sarà del lavoro da fare pertnanto gli facciamo degli auguri vivissimi.

L’attacco

Con Abraham che sembra essersi sbloccato(infortunio con la Samp a parte) anche nelle grandi partite e Zaniolo che si è sbloccato in campionato, l’attacco giallorosso sembra essere in ottime mani. Il giovane inglese nella sua prima parte di stagione ha messo a referto 12 gol, non male essendo la sua prima stagione in Italia, senza tirare rigori e con una buona dose di sfortuna mista a imprecisione che lo hanno portato a colpire diversi legni. La Roma però ha valide alternative anche a partita in corso. La scoperta a campionato in corso di Felix Afena ha ampliato le scelte del tecnico portoghese. Oltre alla lietissima aggiunta ghanese(2 gol) la squadra può contare su Borja Mayoral, Shomurudov e Carles Perez. Ripetiamo però l’urgenza del centrocampista titolare per liberare l’estro e la creatività dei trequartisti. Lorenzo Pellegrini, insieme a Mkhitaryan devono agire dietro le punte e non fare i due( o a 3 con modulo diverso) di centrocampo, ruolo che possono fare ma che ne depotenzia la pericolosità. Terminiamo dicendo che la Roma ha un potenziale offensivo davvero di primordine, ma deve saperlo sfruttare maggiormente, con più qualità, dal centrocampo in avanti.

Ultimi spunti sparsi

La crescita di Matias Vina è il segnale che serviva alla Roma. Avere una riserva di buon potenziale in attesa del top player di ruolo è la notizia che sperava di avere l’allenatore lusitano. Con l’uruguajo che sembra aver sistemato le lacune tattiche la squadra capitolina può stare serena. Altra nota positiva è lo score di reti subite. Si sta cercando di registrare la difesa che troppo subiva gli scorsi anni e salvo giornate particolari, il lavoro che si sta portando avanti è di buona qualità. Certo senza sbalzi di concentrazione magari parleremmo di una difesa quasi imperforabile. Ma non crediamo lo sarà nell’immediato. La stagione dei giovani sta andando più che bene. Abraham, Zaniolo, Ibanez, pur con tutti i loro problemi tra loro diversi, stanno facendo una stagione positiva e si intravedono margini di miglioramento importanti anche nel breve periodo. Ci si aspettava un Villar protagonista ma forse la poca robustezza dal punto di vista fisico ha fatto si che Mourinho lo tirasse fuori dai suoi piani romani. Altra fine pensiamo farà Borja Mayoral. Giocatori di medio livello non considerati utili al progetto volto a migliorare gradualmente.

Si, ma alla fine?

Quello che la Roma ha fatto vedere in questa prima parte di stagione fa presagire una squadra che lotterà fino alla fine per i posti in Europa. Che tipo di Europa sarà lo decideranno i giallorossi con le loro prestazioni. La Conference sembra essere un trofeo alla portata considerati gli avversari ma mai abbassare la guardia, le brutte figure sono nascoste ad ogni angolo. Un trofeo che dalle parti di Roma è molto apprezzato è la Coppa Italia, chissà se la Roma si porterà avanti in questo senso. Ma sarà il campo a parlare, non ci resta che aspettare, sapendo che il meglio deve ancora venire.

 

 

 

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