Marco Zambelli a SuperNews: “Brescia la mia vita, lo spirito di gruppo la grande forza degli uomini di Filippo Inzaghi. Scudetto? Corsa a tre, ma Inter la più completa”

Tempo di lettura: 5 Minuti
998
Zambelli

SuperNews ha intervistato Marco Zambelli, ex difensore, tra le tante, di BresciaEmpoliFoggia e Feralpisalò. L’ex terzino destro classe 1985 ha ripercorso la sua carriera, ricordando le esperienze calcistiche per lui maggiormente significative, come la lunga permanenza nelle file del Brescia e in quell’Empoli della stagione 2015-2016 che raggiunse il decimo posto in Serie A. Zambelli si é inoltre soffermato sugli attuali campionati di Serie A e B, analizzando lo scenario di ogni categoria ed eleggendo i club che quest’anno sono più attrezzati per la vittoria dello scudetto.

Marco, alla luce delle tue 299 presenze con la maglia del Brescia, quella con i biancazzurri é la tappa più importante della tua carriera? Cosa ha significato per te giocare con questo club?

Brescia é stata la mia vita. Dai primi passi nel 2000 fino all’esordio nel 2003. Ho trascorso tanti anni da capitano, é stata la tappa più importante della mia carriera. Giocare per la squadra della tua città ti regala emozioni che tante altre situazioni non ti regalano e ti fa fare scelte dettate dall’amore che in altri contesti non avresti mai fatto.

Attualmente il Brescia si trova secondo in classifica di Serie B, a soli due punti di distanza dalla capolista Pisa: ha concrete possibilità di raggiungere la promozione? E qual è il tuo giudizio sul lavoro di Filippo Inzaghi?

L’affetto rimane verso la città e verso la squadra. Ho avuto il piacere di vedere tante partite del Brescia, che fa della qualità e del gruppo la propria forza. I biancazzurri hanno vinto match che sembrano difficili e già indirizzati proprio grazie al grande spirito di squadra, insieme al valore aggiunto dell’allenatore, Filippo Inzaghi, che ha trasmesso una mentalità vincente e propositiva ai suoi giocatori. Brescia ha tutte le carte in regola per essere uno di quei club che può ambire alla promozione.

L’Empoli, tua ex squadra, in Serie A é ottava in classifica, a soli due punti di differenza da una big come la Juventus, e non é poi così distante da un posto in Europa. Che ne pensi di questo gruppo?
Mi ricorda il percorso che facemmo noi con Marco Giampaolo nella stagione 2015-2016, in cui terminammo il campionato decimi in classifica. Fu una cavalcata trionfale con grandi giocatori: Zielinski, Mario Rui, Maccarone, Saponara, Skorupski in porta. Trovo molte analogie con l’Empoli di quel periodo, non solo per la forza della squadra, ma anche per la società, che rappresenta un piccolo paese ma che fa le cose fatte bene. Ricordo con affetto Empoli, perché é un posto dove sono stato davvero bene.

Il grandissimo percorso del Napoli é stato ostacolato dalle assenze di pilastri come Osimhen, Anguissa, Koulibaly, che hanno contribuito a farlo balzare dal primo al quarto posto della classifica. Anche il Milan ha dovuto fare a meno di tasselli importanti, uno su tutti Kjaer, ma rimane in orbita vetta posizionandosi a -1 dall’Inter capolista, che invece continua a macinare successi. Quale club ti sembra il candidato numero 1 per la vittoria del campionato, quest’anno?

Se devo ragionare in base ai numeri dico l’Inter, perché sembra avere la rosa più completa e più predisposta nel lungo termine. Tuttavia, l’entusiasmo di Napoli, Milan e Atalanta non darà luogo ad un campionato scontato: tutte e tre battaglieranno fino alla fine. In particolare, Napoli e Milan hanno acquisito una consapevolezza che non avevano negli anni precedenti, ovvero quella di poter vincere il campionato. Non saranno complete come l’Inter, ma Pioli e Spalletti guidano squadre forti e motivate.

Inter di Conte vs Inter di Inzaghi: in cosa é cambiata la squadra nerazzurra?

Credo che l’intelligenza di Inzaghi sia stata quella di arrivare e non stravolgere tutto e, al contrario, conservare una parte di identità di quel gruppo costruito da Conte, fatta di sacrificio, devozione alla causa, senso di appartenenza. Inzaghi, oltre ad aver messo la sua capacità di far giocare bene le squadre, é stato bravo a mantenere le caratteristiche di un gruppo già formato. Secondo me non c’è un’Inter di Conte e una di Inzaghi, quanto la capacità di aver conservato parte dell’Inter dell’anno precedente.

La Juventus é settima in classifica, protagonista di prestazioni e risultati fino ad ora molto altalenanti e al di sotto delle aspettative. A cosa é dovuto questo, secondo te?

Secondo me é dovuto al corso naturale delle cose. La Juventus veniva da 9 scudetti di fila. Personalmente pagherei per fare 9 anni in quel modo per avere poi un paio d’anni così e così. (…) Non mi piace parlare di cambio generazionale, perché ci sono giocatori di una certa età che ancora danno un contributo fondamentale alla squadra, ma sicuramente si tratta di riassettare degli equilibri. (…) La Juventus é la Juventus, é quel famoso “drago dalle 7 teste”: se ne tagli una, ne rispunta sempre un’altra. I bianconeri risorgeranno da questo momento, magari non quest’anno, e magari rischieranno anche di uscire dalle Coppe (e lì diventerebbe un problema di bilanci piuttosto che di risultati), ma si rialzeranno sicuramente.

Champions League: l’Inter affronterà il Liverpool, mentre la Juventus il Villareal. Che ne pensi di questo sorteggio?

Sulla carta si sa già quale sia la partita meno complessa, ma mi piace pensare alla Champions League come il palcoscenico affascinante d’Europa. Per questo, credo che gare come Inter-Liverpool incarnino proprio lo spirito della Champions. Il sorteggio é andato a favore della Juventus, ma posso dire di aver visto giocare il Villareal e la ritengo una squadra imprevedibile: gli spagnoli hanno disputato partite mediocri, ma hanno anche saputo fare grandi prestazioni in momenti importanti della stagione.

CLICCA QUI PER LEGGERE L’INTERVISTA COMPLETA