Calcio femminile e scandali. La federazione calcio della Giordania ha presentato reclamo alla Fifa invitandola a verificare il sesso del portiere della nazionale femminile dell’Iran, che si sospetta sia un uomo. Zohreh Koudaei, questo il nome della calciatrice (o calciatore) accusata/o di essere in realtà un uomo, si è resa/o protagonista nella partita di qualificazione alla coppa d’Asia di calcio donne fra Giordania e Iran. La giocatrice/tore è risultata/o decisiva/o nella vittoria ai rigori dell’Iran, che si è così qualificato alla prima e storica edizione della coppa d’Asia di calcio femminile. L’accusa della Giordania è pesante: celandolo dietro il velo in testa, la federazione iraniana avrebbe schierato in porta un uomo. La federazione dell’Iran liquida tutto con un “non sanno accettare la sconfitta” e si dice pronta a fornire tutte le prove del caso per smontare l’accusa. A scomodarsi per la nazionale giordana, nientemeno che il principe Ali Bin Al Hussein, ex vicepresidente della Fifa, nonché presidente della Jordan Football Association e della West Asian Football Federation.
Calcio femminile. Non è la prima volta che nel calcio femminile asiatico scoppiano scandali legati al sesso. Tra i più recenti e più gravi, quello della nazionale di calcio femminile dell’Afghanistan la cui ex capitana Khalida Popal ha accusato i vertici federali e alcuni allenatori di abusi e molestie sessuali. Secondo le sue dichiarazioni ci sono stati casi di violenze sessuali e abusi nella sede della Federcalcio afghana e durante una trasferta in Giordania che hanno coinvolto diverse ex atlete della nazionale di calcio. Dopo la fuga dall’Afghanistan a febbraio scorso la Popal si è rifugiata in Giordania ed è stata molto sorpresa di vedere un allenatore e un funzionario (entrambi sotto accusa per molestie e abusi) al seguito delle donne della nazionale. Nel frattempo anche la Fifa ha aperto un’inchiesta. Come andranno a finire tutte queste vicende? Il buco nell’acqua è dietro l’angolo.