Superlega, pronti a partire già da questo settembre

Continua ad essere ancor più reale lo scandalo riguardante la Superlega che spaccherebbe il calcio in due.

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Superlega, emerge oggi un’intervista esclusiva al segretario della nuova Superlega che afferma che si potrebbe partire già da Settembre e che le minacce della Uefa sono sicuramente illegali. Poi parla dell’aspetto economico della competizione, che garantirebbe un’entrata sicura stimata sui 300 milioni di euro per ogni club aderente al campionato. Somma di denaro che i membri di Champions League possono solo immaginare. Intanto la Uefa sembra essere avvelenata riguardo la soltanto proposta da parte dei club, e ne chiede la rimozione immediata da tutte le competizioni europee, anche quelle già in svolgimento quest’anno.

Superlega, un campionato tutto legato ai soldi

Laghrari prova a fare chiarezza: “Non sarà una lega chiusa, un quarto delle squadre sarà rinnovata ogni anno. Ci saranno delle retrocessioni ogni stagione, come nei campionati che non sono tornei chiusi. Vogliamo offrire il calcio migliore possibile, che faccia sognare la gente e i giovani per rinnovare un sistema prigioniero della follia del mercato e dei soldi. Le nuove generazioni si interessano meno al calcio, si concentrano sui videogiochi o altro e si avvicinano solo quando ci sono grandi partite – continua Laghrari -. Ma questo tipo di sfide capitano solo raramente. Notiamo anche una frustrazione tra i giovani giocatori che hanno voglia di giocare grandi partite contro grandi giocatori. Neymar sognava di affrontare Messi in Champions, ma era infortunato e forse non potrà mai giocarci contro”.

Siamo pronti a partire già da questo settembre

“La Superlega può partire anche tra cinque mesi. Siamo pronti a sederci e parlare con la Uefa. Le loro minacce di esclusioni non sono comunque legali”. Queste le parole del segretario generale della neonata competizione Anas Laghrari in un’intervista al quotidiano francese Le Parisien. Siamo pronti a distribuire più soldi alla Uefa, se questi soldi poi vengono investiti sui campi d’Europa. Siamo pronti a sederci ad un tavolo per dialogare”. Conclude.