Napoli double-face, uno strano caso

Il Napoli mostra in Champions League un volto diverso da quello cui ha abituato in Serie A. Da cosa dipende questa differenza clamorosa?

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Napoli in Champions League

Nell’ultimo turno delle coppe europee, appena concluso, spicca soprattutto il caso Napoli. Una squadra che in Champions League presenta una versione molto diversa da quella che abbiamo visto nelle ultime settimane in campionato. Un Napoli double face, il quale è destinato a sollevare non pochi quesiti.

Serve la musichetta anche in campionato?

Com’è noto le partite di Champions League sono precedute dall’ormai celebre inno della competizione. Scritto in tre lingue (inglese, francese e tedesco), rappresenta in pratica il sogno di ogni giocatore professionista.
Lo strano caso della differenza di rendimento del Napoli e le titubanze del campionato hanno spinto più di un osservatore a ventilare l’ipotesi di suonarlo prima delle gare della Serie A in cui sono impegnati i partenopei. Troppo evidente il contrasto tra le due versioni per non pensare che siano diverse proprio le motivazioni.

Un calcio differente

Una seconda possibile spiegazione sarebbe secondo altri da ravvisare nel modo assolutamente diverso di affrontare le gare che caratterizza le due competizioni. In Europa, soprattutto, è difficile vedere squadre barricate nella propria parte di campo, come avviene non di rado in Serie A. Il calcio italiano è molto più tattico di quello continentale e il Napoli non trova quindi gli spazi in cui invece può affondare in Champions League. Almeno sinché le avversarie non salgono di livello, come accade dagli ottavi in poi.

Napoli: è vietato sognare?

Proprio quanto detto sinora, però, rischia di trasformarsi in un vero paradosso. Quello che conseguirebbe da un Napoli in grado di incidere nella competizione più difficile, la Champions appunto, e di risultare tutto sommato un fattore trascurabile in quella meno attrezzata, la Serie A.
Naturalmente quanto sta venendo fuori sembra destinato a far sognare la tifoseria partenopea. Se la loro squadra si trova più a suo agio in Champions League, cosa vieta di sognare in grande stile? In fondo la Roma di due anni fa, mostrando lo stesso comportamento è giunta in semifinale, venendo eliminata solo dagli errori arbitrali.