LE STATISTICHE DELL’ISTAT SULLA POVERTÀ | ANNO 2024 ANCORA IN CRESCITA IN ITALIA

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Nel 2023 sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,2 milioni
di famiglie (8,4% sul totale delle famiglie residenti, valore stabile rispetto al
2022) e quasi 5,7 milioni di individui (9,7% sul totale degli individui
residenti, come nell’anno precedente).
L’incidenza della povertà assoluta fra le famiglie con almeno uno
straniero è pari al 30,4%, si ferma invece al 6,3% per le famiglie
composte solamente da italiani.
L’incidenza di povertà relativa familiare, pari al 10,6%, è stabile rispetto al
2022; si contano oltre 2,8 milioni di famiglie sotto la soglia. In lieve crescita
l’incidenza di povertà relativa individuale che arriva al 14,5% dal 14,0% del
2022, coinvolgendo quasi 8,5 milioni di individui.
10,2%
La percentuale
di famiglie
in povertà assoluta
nel Mezzogiorno
7,9% al Nord, 6,7% al Centro.
1,29 mln
I minori in povertà assoluta
(13,8% sul totale dei
minori), valore più elevato
dal 2014
16,5%
Quota di famiglie
con persona
di riferimento
operaio o assimilato
in povertà assoluta
14,7% nel 2022
LA POVERTÀ IN ITALIA
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Quasi 5,7 milioni di individui in povertà assoluta in Italia nel 2023
Nel 2023, si stimano poco più di 2,2 milioni di famiglie in povertà assoluta con un’incidenza, pari all’8,4%
rispetto al totale delle famiglie residenti, sostanzialmente stabile rispetto al 2022. Nel complesso, sono
in povertà assoluta quasi 5,7 milioni di individui, pari al 9,7% del totale degli individui residenti, come
nell’anno precedente.
Nonostante l’andamento positivo del mercato del lavoro nel 2023 (+2,1% di occupati in un anno),
registrato anche nei due anni precedenti, l’impatto dell’inflazione ha contrastato la possibile riduzione
dell’incidenza di famiglie e individui in povertà assoluta. Nel 2023, la crescita dei prezzi al consumo è
risultata, infatti, ancora elevata (+5,9% la variazione dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo,
IPCA), con effetti che, tra l’altro, risultano più marcati proprio sulle famiglie meno abbienti (+6,5% la
variazione su base annua dei prezzi stimata per il primo quinto di famiglie; cfr. Glossario alla voce Quinti
di famiglie). Le spese per consumi di questo gruppo di famiglie, che include anche quelle in povertà
assoluta, non hanno tenuto il passo dell’inflazione e, pur in forte crescita in termini correnti, hanno
subito un calo dell’1,5% in termini reali della spesa equivalente (su questo aspetto si veda la Statistica
report “Le spese per i consumi delle famiglie” del 10 ottobre 2024).
I bonus sociali per l’energia e il gas – seppur fortemente ridimensionati nel 2023 rispetto al 2022 –
hanno contribuito a contenere la crescita della povertà; si stima, infatti, che questa misura ne abbia
ridotto l’incidenza di quattro decimi di punto rispetto ai sette decimi dello scorso anno.
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si mantiene più alta nel Mezzogiorno (dove coinvolge oltre
859mila famiglie, 10,2%,), seguita dal Nord-ovest (8,0%, 585mila famiglie) e Nord-est (7,9%, 413mila
famiglie), mentre il Centro conferma i valori più bassi (6,7%, 360mila famiglie).
Tra le famiglie povere, il 38,7% risiede nel Mezzogiorno (41,4% nel 2022) e il 45,0% al Nord (42,9%
nel 2022). Il restante 16,2% risiede nel Centro (15,6% nel 2022).
La stabilità dell’incidenza di povertà registrata a livello individuale è frutto di dinamiche territoriali
differenti: aumenta per i residenti nel Nord-ovest (9,1% dall’8,2% del 2022), mentre si riduce per chi
vive nel Sud (12,0% dal 13,3% del 2022).
L’incidenza di povertà assoluta fra i minori si attesta al 13,8% (quasi 1,3 milioni di bambini e ragazzi,
dal 13,4% del 2022) – valore più elevato della serie storica dal 2014 – mentre è all’11,8% fra i giovani
di 18-34 anni (pari a circa 1 milione 145mila individui, stabile rispetto al 2022); per i 35-64 enni si
conferma al 9,4%, anch’esso valore massimo raggiunto dalla serie storica. Sostanzialmente invariata
è anche l’incidenza di povertà assoluta fra gli over 65 (6,2%, quasi 887mila persone).
L’intensità della povertà assoluta, che misura in termini percentuali quanto la spesa mensile delle
famiglie povere sia in media al di sotto della linea di povertà (cioè “quanto poveri sono i poveri”), si
conferma stabile a livello nazionale (18,2%), con andamenti diversi all’interno delle ripartizioni: in
aumento al Nord (arriva a 18,6% dal 17,6% del 2022, con un incremento maggiore nel Nord-est, dove
arriva al 18,0% dal 16,5% del 2022), e nel Centro (18,0 %, dal 17,1% del 2022) e si riduce nel
Mezzogiorno (17,8% dal 19,3% del 2022, in maniera più accentuata nelle Isole).
POVERTÀ ASSOLUTA: I NUMERI CHIAVE
Anni 2022-2023 (a), stime in migliaia di unità e valori percentuali
PRINCIPALI
INDICATORI
Ripartizione geografica
Italia
Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole
2022 2023 2022 2023 2022 2023 2022 2023 2022 2023 2022 2023
Famiglie povere (valori
assoluti) 531 585 408 413 342 360 630 572 276 287 2.187 2.217
Persone povere (valori
assoluti) 1.295 1.423 1.003 990 874 918 1.780 1.609 722 754 5.674 5.694
Incidenza della povertà
assoluta familiare (%) 7,2 8,0 7,9 7,9 6,4 6,7 11,2 10,2 9,8 10,2 8,3 8,4
Incidenza della povertà
assoluta individuale (%) 8,2 9,1 8,8 8,6 7,5 7,9 13,3 12,0 11,3 11,9 9,7 9,7
Intensità della povertà
assoluta familiare (%) 18,5 19,0 16,5 18,0 17,1 18,0 19,0 18,6 20,0 16,2 18,2 18,2
(a) Per le variazioni statisticamente significative (ovvero diverse da 0) tra il 2022 e il 2023 si veda il Prospetto 8 in allegato.
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L’incidenza di povertà è più elevata nei comuni più piccoli, fino a 50mila abitanti, diversi dai comuni
periferici delle aree metropolitane (8,8%); seguiti dai comuni centro di area metropolitana (8,1%).
Rispetto al 2022, nel Centro, si evidenzia, da un lato, una riduzione dell’incidenza per i comuni centro
dell’area metropolitana (5,3% dal 7,3% del 2022) e, dall’altro, un aumento nei comuni più piccoli fino a
50mila abitanti (7,9% dal 6,3%).
Nel Mezzogiorno l’incidenza risulta in crescita per i comuni centro dell’area metropolitana (12,5% dal
9,6% del 2022), frutto dell’aumento nel Sud (15,9% dal 10,1% del 2022), mentre si riduce nei comuni
periferia area metropolitana e nei comuni con 50.001 abitanti e più, che scendono all’8,8% (dall’11,6%
del 2022).
Rimane critica la condizione delle famiglie più numerose
L’incidenza di povertà assoluta si conferma più elevata tra le famiglie con un maggior numero di
componenti: raggiunge il 20,1% tra quelle con cinque e più componenti e l’11,9% tra quelle con quattro.
Invariati anche i valori dell’incidenza delle famiglie di tre componenti (8,2%).
Il disagio più marcato si osserva per le famiglie con tre o più figli minori, dove l’incidenza arriva al 21,6%;
e, più in generale, per le coppie con tre o più figli (18,0%). Anche per le famiglie di altra tipologia, dove
spesso coabitano più nuclei familiari e/o membri aggregati, si osservano valori elevati (15,9%), così
come per le famiglie monogenitoriali (12,5%). L’incidenza di povertà assoluta tra le famiglie con persona
di riferimento (p.r.) con almeno 65 anni assume i valori più contenuti; il massimo si registra per le
famiglie con un anziano (6,8%). In generale, si confermano valori contenuti dell’incidenza all’aumentare
dell’età della p.r.; infatti, le famiglie più giovani hanno generalmente minori capacità di spesa poiché
dispongono di redditi mediamente più bassi e di minori risparmi accumulati nel corso della vita o beni
ereditati.
Istruzione e lavoro: fattori di protezione contro la povertà
L’incidenza di povertà assoluta diminuisce al crescere del titolo di studio della persona di riferimento
della famiglia; se quest’ultima ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore,
l’incidenza è pari al 4,6%, in peggioramento rispetto al 2022 (quando era pari al 4,0%), e raggiunge il
12,3% se ha al massimo la licenza di scuola media. Nelle famiglie con p.r. occupata, valori elevati
dell’incidenza di povertà si confermano per le famiglie con p.r. operaio e assimilato (16,5%, in crescita
rispetto al 14,7% del 2022), raggiungendo il valore più elevato della serie dal 2014; stessa dinamica
per le incidenze degli occupati e dei dipendenti. Fra le famiglie con p.r. indipendente, i valori più alti si
registrano per coloro che svolgono un lavoro autonomo diverso da imprenditore o libero professionista
(6,8% altro indipendente, in miglioramento rispetto all’8,5% del 2022). Le famiglie con persona ritirata
dal lavoro mostrano valori stabili (5,7%) dopo la crescita del 2022, mentre si confermano invece i valori
più elevati per le famiglie con p.r. in cerca di occupazione (20,7%).
FIGURA 1. INCIDENZA DI POVERTÀ ASSOLUTA FAMILIARE PER TITOLO DI STUDIO E CONDIZIONE
PROFESSIONALE DELLA PERSONA DI RIFERIMENTO. Anni 2022-2023 (a), valori percentuali
(a) Per le variazioni statisticamente significative (ovvero diverse da 0) tra il 2022 e il 2023 si veda il Prospetto 8 in allegato.
13,0
12,5
4,0
13,3
12,3
4,6
0
2
4
6
8
10
12
14
Licenza di scuola
elementare, nessun
titolo di studio
Licenza di scuola
media
Diploma e oltre
2022 2023
2,8
16,5
1,7
6,8
20,7
5,7
15,0
2,6
14,7
1,4
8,5
22,4
5,9
14,3
0 5 10 15 20 25
Dirigente, quadro e impiegato
Operaio e assimilato
Imprenditore e libero professionista
Altro indipendente
In cerca di occupazione
Ritirato dal lavoro
In altra condizione (diversa da ritirato
dal lavoro)
2022 2023
LA POVERTÀ IN ITALIA
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La povertà assoluta continua a colpire i minori
Nel 2023, la povertà assoluta in Italia interessa oltre 1 milione 295mila minori (13,8% rispetto al 9,7%
a livello nazionale); l’incidenza varia dal 12,9% del Nord, al 15,5% del Mezzogiorno. Rispetto al 2022
la condizione dei minori è stabile a livello nazionale, con il valore più elevato dal 2014, ma si colgono
segnali di peggioramento per i bambini da 7 a 13 anni del Centro (l’incidenza arriva al 13,9% dal 10,7%).
Le famiglie in povertà assoluta in cui sono presenti minori sono quasi 748mila, con un’incidenza pari al
12,4%. Le famiglie di altra tipologia con minori, ossia quelle famiglie dove frequentemente convivono
più nuclei familiari e/o membri aggregati, presentano i valori più elevati dell’incidenza (25,6%), seguite
dalle famiglie numerose costituite dalle coppie con tre e più figli minori, per le quali l’incidenza arriva al
18,8%.
In generale, la diffusione del fenomeno aumenta al crescere del numero di figli minori presenti in
famiglia (6,6% per le coppie con un figlio minore, 11,6% per quelle con due figli minori) e rimane
comunque elevata tra le famiglie monogenitore con minori (14,8%). Rispetto al 2022 si registra una
sostanziale stabilità; tuttavia, l’intensità della povertà delle famiglie con minori, pari al 20,1%, è più
elevata di quella del complesso delle famiglie povere (18,2%), a ulteriore testimonianza di una
condizione di più marcato disagio.
L’incidenza di povertà tra le famiglie con minori varia molto a seconda della condizione lavorativa e
della posizione nella professione della p.r.: per gli occupati, i valori più elevati si riscontrano fra le
famiglie con p.r. operaio e assimilato (19,4%, in crescita rispetto al 2022); seguita dalle famiglie con
minori in cui la p.r. è altro indipendente (9,1%). Si arriva al 22,7% per le famiglie con minori in cui la p.r.
non è un occupato, sfiorando il 23,9% per i casi in cui la p.r. è in cerca di occupazione.
Anche la cittadinanza gioca un ruolo importante nel determinare la condizione socio-economica delle
famiglie con minori. L’incidenza di povertà assoluta delle famiglie con minori composte solamente da
italiani si attesta all’8,2%, mentre arriva al 41,4% per le famiglie con minori composte unicamente da
stranieri (è il 34,1% nel caso più generale in cui nella famiglia con minori ci sia almeno uno straniero).
L’incidenza di povertà assoluta per le famiglie con minori è più elevata nei comuni centro delle aree
metropolitane (14,7%), mentre si osservano valori inferiori e su livelli simili per i comuni periferia
dell’area metropolitana e i comuni oltre i 50mila abitanti (11,9%) e per i comuni più piccoli, fino a 50mila
abitanti, dove è pari all’12,1%