Secondo la Procura, il docente avrebbe indotto la studentessa a compiere atti di natura sessuale, raccontandole le proprie fantasie erotiche. Racconti che sarebbero avvenuti sia di persona che tramite un fitto scambio di messaggi su WhatsApp. Oltre 10mila secondo i consulenti informatici del pm.
Ma non solo, gli accertamenti che sono stati eseguiti hanno anche permesso di individuare tracce di telefonate e di videochiamate tra i due, una delle quali di oltre un’ora e cinquanta minuti.
Secondo la Procura, il comportamento messo in atto dal docente 47enne lo avrebbe portato a guadagnarsi la fiducia della vittima, tanto che – secondo il castello accusatorio – si sarebbe spinto anche effusioni e atteggiamenti morbosi, come baci e carezze. A denunciare il tutto è stata la madre della ragazzina, dando il via alle indagini svolte dai carabinieri.
Dagli accertamenti informatici su telefono, computer e tablet dell’uomo non sarebbero invece emersi file contenenti fotografie o video pedopornografici, né foto ritraenti la ragazzina in atteggiamenti intimi. Così come sono stati esclusi atti sessuali di ogni tipo. Al momento, la vicenda giudiziaria è ferma alla notifica del 415 bis, atto che informa la fine delle indagini preliminari alla persona che ne è stata sottoposta