Alessandro Del Piero ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera. Ha fatto un ragionamento che ha messo a nudo uno dei più gravi problemi del calcio italiano
“Non conosco bene i settori giovanili, ma riconosco la filosofia di molti tecnici, la loro concezione del gioco. Oggi la prima richiesta è quella della fisicità. Ci sono settori giovanili nei quali se un ragazzo non è nato entro marzo, neanche ti guardano. Calcola che io sono di novembre e giocavo con ragazzi nati a gennaio, che avevano quasi un anno in più di me. E a tredici o quattordici anni quel tempo fa la differenza, in primo luogo fisicamente.
L’allenatore delle giovanili bravo non è quello che vince il campionato della sua categoria, ma chi porta il maggior numero di ragazzi al livello superiore. Chi fa quel mestiere deve sentirsi un formatore, un insegnante di calcio e invece spesso si punta solo a vincere, perché se si arriva primi nella propria categoria allora si farà carriera. È il metro di giudizio, che è sbagliato. Ciò che conta è quanti ragazzi sono migliorati, non quanti punti hai fatto nella stagione”.
Parole pesanti, da parte di un ex fuoriclasse del rettangolo verde, che continua ad esserlo anche lontano dai campi di gioco.