Un calciatore non è una macchinetta di emozioni. È un essere umano che cerca emozioni come tutti gli altri
Provare emozioni calciatori – C’è stato tempo addietro un film in cui un gruppo di amici di un ex calciatore vincono il Superenalotto. Devono dividere un diversi e la schedina la teneva il fu giocatore di calcio. Lui non sapeva che la giocata era vincente, e quando lo trovano si meravigliano di lui che non era scappato con la vincita. Ma stava semplicemente facendo vivere un bel compleanno a suo figlio piccolo a spese di una delle sue amanti.
Provare emozioni calciatori
La scena finale del film è stata quella del gruppo di amici con il bambino che entrano a San Siro dalla entrata degli spogliatoi. E la loro emozione pilotata dall’inquadratura della cinepresa fa vedere la meraviglia del vedersi il campo davanti e tutti gli spalti in quel momento vuoti. Ma che nel montaggio del film da l’idea di cosa può vedere un calciatore che entra dagli spogliatoi per giocare sul campo.
In certi casi si considera un calciatore una pedina sul campo di calcio il cui ultimo fine è quello di fare dei gol o delle belle azioni. Ma alla base di tutto non c’è una fredda pedina, ma un uomo emozionabile che si trova alle volte la magnificenza di uno stadio. Ci sono certamente giocatori che ringraziano il loro personale santo di poter ancora giocare su un campo di calcio. E noi spettatori della partita non arriviamo a ragionare una cosa del genere.
Giocare a calcio per alcuni calciatori non è soltanto un business dettato dal proprio agente o procuratore. È un insieme di emozioni che si provano scendendo con la propria squadra di appartenenza. E che si cerca di trasmettere in ogni attimo che durano i novanta minuti più i supplementari di gioco. Prima di chiedere emozioni ad un giocatore come se fosse una macchinetta a pagamento ragionerei su quali emozioni i tifosi trasmettono. Tifare una squadra allo stadio è anche questo: avere emozioni da dare ad un gruppo di giocatori. Che sono li per noi.
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