Italia Germania mondiali: cosa fare e cosa non fare

Luciano Spalletti deve valutare bene avversari e giocatori. Cosi da trovare la giusta formazione per vincere

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Italia Germania mondiali – Dopo risultati disastrosi agli inizi, la nazionale di Luciano Spalletti sembra aver trovato una sua forma e una sua dimensione. Al momento c’è in ballo la qualificazione ai mondiali prossimi, dopo che sono state estratte le squadre. L’Italia ha da verificare in quale girone si dovrà posizionare sfidando la Germania in una sorta di eliminatoria a marzo prossimo. Per cui se vince rimane nel suo attuale girone.

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In questi casi solo un allenatore avrebbe qualcosa da dire o ridire a Spalletti. Ma con tutta l’umiltà possibile si possono avanzare due punti specifici: cosa fare e cosa non fare. Che sono una sorta di consigli spiccioli che chiunque potrebbe dare ad un allenatore che sta per mettere in campo i propri giocatori. E su cui può basare una riflessione precedente con la migliore delle intenzioni possibili di chi gliela sta provocando.

  • Da fare: non sottovalutare gli avversari

Nel momento stesso in cui metti in campo la tua squadra, hai un sottilissimo pensiero di superiorità rispetto agli avversari. Pensi che i tuoi siano migliori degli altri e in un punto o in un altro della squadra non metti il giusto giocatore. La Germania non è la squadra più forte del mondo, perchè di più o di meno non la è nessuno. Ma non si può non pensarla come un avversario valido contro cui mettere su erba una valida difesa e un attacco adeguato. Valutare bene se l’allenatore avversario considera l’Italia una squadrucola o una corazzata.

  • Da non fare: valutare troppo i propri giocatori

Un giocatore per sua natura è un essere umano imperfetto. Che tende alla perfezione ma che è fallibile come tutti gli altri uomini. Spalletti in quanto allenatore vede i propri giocatori certamente meglio di come si vedono loro stessi. Più attentamente. Più chiaramente. E proprio per questo il suo sguardo deve essere più lucido e più schietto possibile. Non può valutare troppo il curriculum vitae anche se dei più adeguati. Deve valutare come lui li vede giocare e dove è meglio posizionarli. Avendo meno prosciutto sugli occhi possibile e molte più lenti lucide ai suoi “occhiali”.

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