Intervista coach Frediani: a tu per tu con un mental coach

Lo psicoterapeuta e mental coach Dott. Frediani ci racconta in questa intervista alcuni aspetti del suo lavoro

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Intervista coach Frediani – In questa intervista lo psicoterapeuta e mental coach Dott. Frediani ci racconta alcuni aspetti del suo lavoro con giovani atleti e atlete. Ma allargando anche lo sguardo a chi giovane non è più ma fa dello sport la sua vita e la sua carriera.

Intervista coach Frediani

Perchè è importante educare uno sportivo facendo coaching?

È importante per tre fattori: la motivazione, la concentrazione. E in questo caso, visto che io seguo i ragazzi, gli adolescenti di una età compresa tra i 10 e i 18 anni è importante fare coaching per insegnare l’etica. Il terzo fattore. C’è anche un aspetto pedagogico…

Partiamo dalla motivazione.

Quando parliamo di motivazione bisogna sempre tenere conto del fattore degli obiettivi. In tutti gli sport sia nell’adulto sia nell’adolescente bisogna sempre cercare di attivare anche un pensiero più astratto. Invisibile. Che fa riferimento alle emozioni. Per individuare nel ragazzo o nella ragazza quelli che sono gli obiettivi. Perchè se un ragazzo non si prefigge uno scopo nella attività sportiva, un riferimento, le motivazioni vanno poi a decadere.

Una cosa osservabile anche nella società contemporanea…

Quello che oggi manca nella nostra società è che in molti casi i ragazzi perdono un po’ la strada. Perchè non hanno i punti di riferimento. Non necessariamente devono essere la scuola, la chiesa, ma anche cose di importanza socio-familiare. Si può vivere di piccoli obiettivi. Di piccoli risultati. Non solo di grandi nozioni…

Grandi traguardi…

L’ immagine che i ragazzi hanno di se stessi deve essere in qualche modo legata anche alla quotidianità. A quello che raggiungono ogni giorno.

E nello sport questa valenza come nasce? O per lo meno come si sviluppa?

Si sviluppa attraverso la relazione con gli allenatori non solo a livello psicologico, ma anche a livello atletico. Gli allenatori hanno molta valenza. Ma anche gli staff che stanno dietro uno sportivo hanno molta valenza. Ragazzi giovanissimi riescono a raggiungere grandi traguardi, che si sviluppano in pochi anni. Ci vuole relazione di qualità. Sia con lo staff, sia con la dirigenza, sia con noi coach. Io collaboro con un club calcistico e con un club tennistico, dove è prevista la mia figura professionale.

Secondo aspetto: la concentrazione

Un aspetto che ha valore sia nello sport che nella vita di tutti i giorni. Le persone hanno bisogno di migliorarsi a riguardo. Serve imparare ad organizzarsi bene. Un atleta o una persona acquisisce concentrazione organizzandosi.

Da parte di un coach, l’organizzazione come si sviluppa? Come sviluppare in un atleta l’organizzazione?

Attraverso l’autonomia. Riuscire ad avere consapevolezza di se stessi. Rispettare gli orari degli allenamenti. Rispettare certi comportamenti. Rispettare una routine alimentare. Rimanere concentrato nel vivere la quotidianità sportiva. La cosa importante è che tutto quanto venga naturale. Andare in campo deve venire naturale. Alcuni maestri di sci dicevano che sciare deve diventare come camminare. Applicare tutto quanto nella propria quotidianità. E non essere schizofrenici, discontinui o altalenanti. Il mio lavoro è anche far accettare però le discontinuità dell’atleta. La concentrazione si raggiunge con una buona organizzazione.

Il terzo aspetto: l’etica

Il punto di partenza, in questo caso, è imparare ad essere empatici. Etica è anche sapersi rispettare l’uno con l’altro. Perchè cosi siamo in empatia con l’altro.

Chi è l’altro in questo caso?

Il compagno di squadra, l’avversario, l’allenatore. L’empatia la si può vedere quando gli atleti si rapportano con gli altri. Quando siamo in contatto con le emozioni delle altre persone. È un aspetto che riguarda lo sport trasversalmente. Riguarda tutte le discipline. Partendo dallo sport individuale per eccellenza come il tennis ma arrivando anche ad altri sport di gruppo, come il calcio. C’è anche qualcosa in più che riguarda l’etica…

E cioè?

La disciplina. Che a cascata vede concatenare anche particolarità degli altri due aspetti di cui abbiamo parlato.

I genitori degli atleti, quando si tratta di ragazzini o adolescenti, che ruolo ricoprono?

Per il mio lavoro è importante avere uno scambio con loro. Di tipo costruttivo. Ascoltare anche le esigenze dei genitori, oltre che quelle dei giovani atleti. E imparare a comunicare. Cioè dare un supporto ai genitori per imparare a comunicare con i figli. Dando per scontato che nel mio lavoro, come in quello dei miei colleghi, noi sappiamo comunicare. Cercare di far comunicare meglio.

Foto: https://pixabay.com/it/vectors/cervello-chiave-mentale-6927977/

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