In casa Roma si respira un’aria di cambiamento: dalle dimissioni di Lina Souloukou al primo successo di Ivan Juric, i giallorossi stanno attraversando giorni cruciali. L’esonero di Daniele De Rossi continua a far discutere, scatenando anche la critica di Adriano Panatta.
La decisione di esonerare Daniele De Rossi ha sorpreso molti, lasciando strascichi non solo tra i tifosi, ma anche tra alcuni personaggi di spicco dello sport italiano. Il netto 3-0 contro l’Udinese, con cui la Roma ha finalmente trovato la prima vittoria in campionato sotto la guida di Ivan Juric, non ha ancora del tutto placato le polemiche. Il cambiamento al vertice della panchina, voluto dai Friedkin, ha diviso l’opinione pubblica e ha provocato reazioni forti, come quella espressa da Adriano Panatta.
Le dimissioni di Lina Souloukou
Parallelamente all’esonero di De Rossi, la Roma ha dovuto fare i conti anche con le dimissioni dell’amministratrice delegata Lina Souloukou. Un cambio significativo, che ha portato ulteriore incertezza in una settimana già turbolenta. Le motivazioni che hanno spinto Souloukou a lasciare l’incarico non sono state del tutto chiarite, ma il suo addio rappresenta un altro tassello nel mosaico di cambiamenti all’interno del club.
Il commento di Adriano Panatta
Adriano Panatta, leggenda del tennis italiano e opinionista a La Domenica Sportiva, non ha risparmiato critiche alla società per la gestione dell’esonero di Daniele De Rossi. Durante il suo intervento, Panatta ha espresso profondo disappunto per il modo in cui l’ex tecnico è stato allontanato, definendo il gesto “disgustoso”. Ha poi aggiunto che De Rossi, essendo un simbolo della Roma, meritava un trattamento più rispettoso e meno frettoloso. La sua critica si è rivolta anche verso la proprietà del club, accusata di essere distante dalla città e dai suoi valori.
Un esonero che divide
L’esonero di De Rossi, avvenuto dopo sole quattro giornate, è stato un atto che ha spaccato la tifoseria. Molti, come Panatta, hanno interpretato la scelta dei Friedkin come una mancanza di rispetto verso un uomo che ha dedicato gran parte della sua carriera alla Roma. Altri, invece, ritengono che la decisione sia stata necessaria per riportare la squadra sulla giusta rotta, specialmente dopo un inizio di stagione deludente. La transizione a Juric sembra aver dato i suoi primi frutti, ma il dibattito su De Rossi resta acceso.
Il debutto vincente di Ivan Juric
Con l’arrivo di Ivan Juric sulla panchina, la Roma ha finalmente ottenuto la sua prima vittoria in campionato, battendo l’Udinese con un netto 3-0. Juric ha portato un’impronta tattica diversa e ha ridato fiducia ai giocatori, che sembrano aver risposto bene al suo metodo. Busio e Pohjanpalo sono stati i protagonisti della partita, con una prestazione solida che ha riportato serenità nell’ambiente. Tuttavia, la strada è ancora lunga e il nuovo tecnico dovrà dimostrare di poter gestire le aspettative della piazza romana.
Le parole di Panatta sulla gestione moderna del calcio
Oltre alla questione De Rossi, Adriano Panatta ha sollevato un dibattito più ampio sulla gestione moderna delle società di calcio. L’ex tennista ha criticato l’approccio delle proprietà attuali, accusandole di essere troppo focalizzate sui bilanci e poco legate ai valori storici dei club. Panatta ha ricordato i tempi in cui presidenti come Dino Viola e Franco Sensi mettevano il cuore prima di ogni cosa, un periodo che sembra ormai lontano. Il suo sfogo riflette una nostalgia condivisa da molti tifosi, che vedono nel calcio moderno una perdita di passione e identità.
Conclusioni
La settimana appena trascorsa in casa Roma è stata caratterizzata da cambiamenti importanti e decisioni che hanno scosso l’ambiente. L’esonero di De Rossi ha lasciato un segno profondo, alimentando critiche e dibattiti su come viene gestito il club. Con l’arrivo di Juric, la squadra sembra aver trovato nuova linfa, ma il cammino è solo all’inizio. Le parole di Adriano Panatta risuonano come un monito per il futuro: la Roma dovrà dimostrare di poter ritrovare non solo i risultati sul campo, ma anche quei valori che l’hanno resa grande.