Inter oscena contro un Monza arrendista: un disastro di gestione tattica

Errori a catinelle in quel di Monza per i nerazzurri, penalizzati dalle scelte sbagliate del tecnico

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L’Inter di Simone Inzaghi ha offerto una prestazione deludente contro il Monza, una partita in cui le scelte tattiche e le rotazioni hanno pesantemente compromesso il risultato. In un match che avrebbe dovuto consolidare la posizione in classifica dei nerazzurri, la squadra si è ritrovata a dover rincorrere, salvata solo da un gol nel finale di Dumfries.

Analizziamo punto per punto gli errori commessi e le scelte che hanno portato a un risultato insoddisfacente:

1. Incursori quando servivano torri e torri quando servivano incursori

Inzaghi ha sbagliato la lettura della partita, schierando giocatori come Frattesi e Asllani in un momento in cui serviva maggiore fisicità e la presenza di “torri” come Arnautovic e Taremi. Quando il Monza si è chiuso nella sua metà campo, bloccando le ripartenze, la squadra ha faticato a trovare spazi e a sfruttare il gioco aereo. La scelta di inserire le torri solo nel finale è apparsa tardiva, quando ormai il Monza aveva già preso il controllo delle operazioni.

2. Lautaro fuori quando serviva segnare

Lautaro Martinez, nonostante non fosse in grande serata, è stato rimosso dal campo proprio quando serviva la sua esperienza per sbloccare la partita. Inserire attaccanti più statici come Taremi o Arnautovic ha tolto dinamismo all’attacco, rendendo la manovra prevedibile. Inzaghi ha privato la squadra del suo miglior realizzatore in una fase cruciale.

3. Barella e Calhanoglu in panchina senza senso

Lasciare in panchina due colonne del centrocampo come Barella e Calhanoglu è stata una scelta difficile da comprendere. La squadra ha sofferto la mancanza di leadership e creatività a centrocampo, con Asllani che non è riuscito a sostituire adeguatamente il turco nel ruolo di playmaker. L’assenza di Barella, capace di rompere le linee con le sue incursioni e la sua energia, ha ulteriormente indebolito il centrocampo.

4. Asllani fuori posizione

Asllani, giovane talentuoso, non ha le caratteristiche ideali per fare il playmaker nel gioco di Inzaghi. Meglio impiegarlo come mezzala, dove potrebbe sfruttare la sua capacità di inserirsi. Schierarlo come sostituto di Calhanoglu ha mostrato i suoi limiti nel gestire il gioco sotto pressione e nel dettare i tempi.

5. Frattesi schierato troppo alto

Frattesi, utilizzato troppo vicino alla linea degli attaccanti, ha faticato a trovare spazio. Il suo punto di forza è partire più indietro, da mezzala, sfruttando la sua capacità di inserirsi negli spazi. In quella posizione avrebbe potuto creare più pericoli con i suoi movimenti, ma il suo impiego avanzato lo ha reso inefficace.

6. Pavard fuori forma e Bisseck lasciato fuori

Benjamin Pavard, campione del mondo, ha mostrato segni di fatica, apparendo fuori forma e poco reattivo. La scelta di non dare spazio a Yann Aurel Bisseck, che avrebbe potuto offrire una freschezza necessaria in difesa, è stata un’altra delle scelte incomprensibili di Inzaghi. Bisseck, pur giovane, avrebbe potuto gestire meglio la fisicità degli avversari.

7. I cambi tardivi di Inzaghi

Come spesso accade, Inzaghi ha aspettato troppo prima di effettuare cambi decisivi. Il 65° minuto è ormai diventato il suo momento classico per le sostituzioni, ma in partite come quella contro il Monza, un intervento tempestivo già nel primo tempo avrebbe potuto fare la differenza. Il Monza, infatti, aveva già mostrato segnali di controllo sul match, ma le modifiche sono arrivate troppo tardi.


Analisi della partita: Irriconoscibile Inter con il turnover

L’Inter, in maglia gialla per l’occasione, ha disputato una partita opaca, salvata solo nel finale da un gol di Dumfries, che ha evitato una sconfitta clamorosa contro il Monza. Il Monza, ben organizzato tatticamente, ha sfruttato l’approccio conservativo e la fisicità dei suoi giocatori, come Djuric, per bloccare il gioco dell’Inter.

Monza compatto e pericoloso

La squadra di Alessandro Nesta ha giocato con grande attenzione difensiva, restando bassa e compatta. La scelta di non pressare alto ha limitato le ripartenze dell’Inter, costringendo la squadra di Inzaghi a un gioco statico. Il portiere Turati, con lanci lunghi verso Djuric, ha spesso saltato il centrocampo nerazzurro, rendendo difficile per l’Inter mantenere il possesso.

Il gol del Monza è arrivato da una situazione di gioco aereo, dove Dani Mota ha sovrastato Pavard, segnando di testa. Sommer, fino a quel momento spettatore, non ha potuto far nulla. L’Inter, senza soluzioni offensive concrete, ha rischiato grosso.

Il tridente della disperazione

Nel secondo tempo, ma solo con l’Inter in svantaggio negli ultimi minuti, Inzaghi ha tentato una mossa disperata, schierando Taremi, Arnautovic e Correa insieme. Una mossa che ha evidenziato il caos tattico della serata. Ricordiamo che Lautaro Martinez a quel punto sedeva comodo in panchina, già sostituito. Nonostante i tentativi di forzare il gioco, solo l’orgoglio ha permesso all’Inter di trovare il pareggio grazie a Dumfries, con un assist arrivato solo grazie ad una sporcatura fortunosa su un cross di Dimarco, su una palla che altrimenti mai sarebbe arrivata al centrocampista nerazzurro.

Questa partita ha messo in luce le fragilità dell’Inter quando si fanno troppe rotazioni e si sottovaluta l’avversario. E soprattutto quando si pensa alle prossime partite (City in Champions e Milan in campionato).

Il turn-over mal gestito, che è diventato più un turn-out, l’assenza di giocatori chiave e le scelte tattiche sbagliate hanno quasi causato la prima sconfitta stagionale. Inzaghi dovrà riflettere su quanto accaduto e trovare un equilibrio migliore tra gestione delle energie e mantenimento dell’identità di squadra.

Intanto il Napoli di Antonio Conte si assesta primo in classifica: ennesima occasione (dopo Genoa) sfumata per i nerazzurri.



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