Cassiel, di nazionalità australiana, porta il cognome dell’autore del Contratto Sociale, testo di riferimento nell’era della rivoluzione francese, un’eredità tosta che l’atleta sembra inconsciamente onorare. I tuffi più che uno sport è una disciplina, quello è il tuo momento, che non ritorna e devi allontanarti da ogni emozione per restituire in pochi attimi, i mesi di duro allenamento. Nessuno meglio di Cassiel Rousseau può ottenere questo rendimento.
Cassiel Rousseau: note biografiche della promessa nei tuffi da 10 m
“Ero molto introverso e sono ancora molto timido”, rivela il tuffatore australiano al giornale locale,”ma quando mi tuffo o quando mi esibisco al circo, ho molta fiducia nelle mie capacità. Ho fatto molte esibizioni al circo da bambino, quindi quando gareggio, sono molto bravo a esibirmi. Mi aiuta con i nervi. Ecco perchè in un certo senso offro un ottimo rendimento in una condizione di esibizione o gara.”
Questa dichiarazione racconta già tanto di Cassiel Rousseau. Discendente di un atleta olimpionico, il nonno Michel è stato oro olimpico nello sprint individuale di ciclismo su pista a Melbourne, Cassiel proviene da attività circensi acrobatiche che ha praticato, in modo costante, fin da piccolo.
Nel 2017, all’età di sedici anni, ha iniziato gli allenamenti agonistici nei tuffi arrivando in finale dalla piattaforma di 10 m ai Giochi olimpici di Tokyo nel 2020. E’ stato un atleta così stupefacente che World Aquatics lo ha riconosciuto come tuffatore dell’anno.
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“Faccio questo sport solo per divertimento, mi piace esibirmi e competere. Fin da quando ero un raggazzino mi esibivo al circo e in ginnastica acrobatica, è qualcosa che faccio naturalmente.” Cassiel non nasconde di puntare alla medaglia d’oro alle prossime Olimpiadi ripetendo la carriera del nonno, per lui un mito, che ha vinto sia i mondiali che i Giochi. “Se riuscissi a ottenere ciò che ha ottenuto lui, sarebbe qualcosa di speciale.“