Tutta la famiglia di Jenya Kazbekova è fuggita in Gran Bretagna dopo l’inizio dell’occupazione russa in Ucraina. Tre generazioni di atleti o allenatori di arrampicata, una vita sulle falesie della Crimea che sono sempre state le rocce di allenamento. Tutto infatti è nato in Crimea, era la palestra di allenamento della nonna, campionessa dell’Unione Sovietica, suo nonno gestiva qui la palestra di arrampicata e i suoi genitori, Serik e Natalia, sono stati allenatori e marito e moglie in Crimea.
La partecipazione contestata ai mondiali in Russia della Kazbekova
Nonostante la guerra Jenya ha portato avanti il progetto della famiglia, scavalcando ogni paura ed ha disputato i mondiali senior in Russia, scatenando molte polemiche: “Perchè viaggi lì? Stanno uccidendo la nostra gente!” le hanno contestato i giornalisti ucraini. Ma a Jenya non sembrava affatto giusto boicottare la competizione, chiedendo piuttosto una tutela internazionale: “Devo mettere in pausa la mia carriera? Al mondo non importava abbastanza per fare qualcosa.” Ma il suo pensiero è stato trattenuto in Ucraina, dove molte persone che non sono riuscite ad allontanarsi rischiano la vita.
Credeva di aver toccato il fondo dopo l’infortunio a Tolosa e il test positivo al Covid-19 prima delle olimpiadi di Tokyo. “Così è finito il mio sogno a Tokyo.”
L’inizio della guerra in Ucraina, Jenya Kazbekova lascia Kiev
Poi è arrivato l’inferno il 24 febbraio 2022 quando durante gli allenamenti a Kiev:”Ci siamo svegliati per le esplosioni, stavo cercando di fare le valigie e mi tremavano le mani. E’ stato surreale”.
L’incontro con l’allenatore libanese Malek è stato per Jenya una risorsa poiché è riuscito a tirarla fuori dall’angoscia per il suo Paese. Il progetto di Jenya è cambiato.” Quello che faccio è importante: dovrei andare avanti non per me stessa, ma per il mio Paese, per dare speranza agli ucraini e ricordare al mondo che siamo ancora là fuori”.
Adesso vive con la sua famiglia nello Utah, dove continua ad allenarsi ed ha ricominciato ad ottenere buoni piazzamenti nelle qualificazioni olimpiche a Shanghai. Raggiungerà Parigi se ottiene risultati nelle qualificazioni di Budapest. Alla gara intende mostrare la sua eredità familiare, il suo paese, il suo sport e la sua resilienza. “Rappresentare l’Ucraina a Parigi in tempi così difficili, dimostrare che non ci arrendiamo e che andiamo avanti, significherebbe tutto”