Vlahovic, il numero nove della Juventus ha parlato ai canali social del club bianconero, esprimendo le sue considerazioni sulla recente vittoria della Coppa Italia.
Riportiamo di seguito l’intervista integrale a Dusan Vlahovic. Si ringrazia tuttojuve.com per la gentile concessione del virgolettato.
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Vlahovic: “Cambiaso, che assist”
“Ho visto come si sviluppava l’azione, sapevo che il giocatore dietro di me, mi marcava a uomo e giocava fortissimo sulla pressione, parlavamo del fatto che si poteva trovare spazio dietro le sue spalle con un movimento corto lungo e così è stato.
Quando ho visto che Andrea stoppava la palla, ho fatto un movimento verso di lui e poi sono andato dietro la schiena di Hien.
Poi fortunatamente è rimasto un giocatore che mi teneva in gioca e poi come ho ricevuto la palla davanti, ero convinto e sapevo che avrei fatto gol.
Non era facile perché ho sentito Hien dietro di me e ho messo il braccio per allontanarlo e mi sono spostato sul destro e ho piazzato la palla.
Comunque era l’inizio della partita e non si poteva esultare tantissimo, però, sicuramente ho provato delle emozioni fortissime e alla fine abbiamo vinto e questa è l’emozione più grande e siamo veramente contenti e dobbiamo continuare così.
Vedendo i ragazzi, i compagni e l’ambiente dopo la partita contro la Salernitana ero convinto che alla fine avremmo vinto la partita, non per sottovalutare qualcuno ma solo perché avevo visto la squadra, la convinzione e l’attenzione in tutto quello che facevamo. Giocare una finale contro la Juventus non è facile per nessuno.
“Loro erano i favoriti”
Loro partiti come favoriti e non credo che fossero abituati a questo tipo di pressioni.
In generale dicevano che l’Atalanta avrebbe vinto sicuramente e che noi non avremmo avuto chance e poi alla fine abbiamo dimostrato che siamo una squadra forte, giustamente niente da togliere all’Atalanta che sicuramente è una squadra fortissima e lo sta dimostrando.
Però siamo riusciti a vincere una partita veramente difficile. Quando ho incoraggiato i compagni prima della partita, è una cosa che faccio spesso e so quanto è importante e so che i i compagni anche se non rispondono so che mi sentono ed è importante che io trasmetta questa emozione perché io sono l’attaccante o il primo difensore e loro guardano tutti verso di me e le reazioni che ho io e le corse che faccio io.
Se le faccio bene, le fanno anche gli altri e se mi fermo, si fermano tutti e questo vale anche per Moise e Milik. Io vivo le partite su un piano emotivo alto e cerco di trasmettere energia positiva e giusta. In dei momenti non è stato così però sto cercando di trasmetterla”.