Col de Turini tra l’amaro ed il dolce per Rossi

L’iconica prova speciale del Monte-Carlo, in occasione del recente Antibes, diventa croce e delizia per il pilota di Bastiglia, vedendo sfumare un risultato da ricordare.

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Col de Turini tra l'amaro ed il dolce per Rossi

La delusione per aver lasciato andare un potenziale terzo gradino del podio assoluto o l’incredibile emozione di aver calcato, con un’auto da competizione, il Col de Turini è il dilemma emotivo che vive nel cuore e nella mente di un Gabriele Rossi che rientra dal Rallye Antibes Côte d’Azur cercando di essere positivo.
Il pilota di Bastiglia, sempre in compagnia di Fabrizio Handel sulla Ford Sierra Cosworth gruppo A curata da Assoclub Motorsport, apriva il secondo atto del Tour European Historic Rally con un ottimo passo, archiviando la prima frazione di gara, quella di Venerdì, in quarta posizione assoluta a soli 5”1 dal gradino più basso del podio, aggiungendo al bilancio il primato in classe A/E8, la seconda piazza nella serie continentale ed in quella francese per il periodo J.
Il tutto nonostante un grosso rischio preso nel secondo crono, quello di “La Couillole”.

“I riscontri dello shakedown di Giovedì ci avevano fatto capire che eravamo in forma” – racconta Rossi – “e, nonostante Valliccioni e Giordanengo fossero di un altro livello rispetto a noi, avevamo acceso una bella lotta con Fertoret per il terzo posto assoluto. Sulla seconda speciale abbiamo perso un po’ di tempo perchè ci siamo girati su un tornante, poco dopo l’inizio, e ripartendo abbiamo urtato contro qualcosa che ci ha piegato la slitta, i suoi supporti e parte del telaio. Vedendo il distacco, di poco più di cinque secondi, direi che avremmo anche potuto chiudere la tappa al terzo posto assoluto. Avevamo ancora tanti chilometri davanti.”

Patendo nello stretto, rispetto alla concorrenza diretta, il portacolori del Team Bassano ripartiva Sabato con il chiaro intento di giocarsi una posizione di prestigio, nonostante il divario da Fertoret fosse salito a 13”7 dopo la quarta prova speciale in programma.
Si arrivava così alla quinta, la più lunga della frazione, con Rossi che mirava a recuperare il gap ma i postumi della toccata del primo giorno si tramutavano in un’autentica doccia gelata.

“Il freno non mi dava la fiducia che avevo di solito” – aggiunge Rossi – “e, nonostante fossero stati spurgati all’ultimo parco assistenza di Venerdì, c’era ancora qualcosa che non andava. Abbiamo rischiato di toccare un muretto sulla prima del Sabato e sul Turini, poco dopo aver passato la cima, in un tratto in discesa il pedale si è allungato ulteriormente. Nonostante riuscissi a gestire la situazione la botta del Venerdì, alla lunga, ha danneggiato un tubo dell’acqua del radiatore che, pizzicato, ha fatto uscire tutto il liquido. Gara finita per noi.”

Una delusione che lascia comunque spazio alla positività per l’esperienza vissuta.

“Ci dispiace per il ritiro” – conclude Rossi – “ed è innegabile, il risultato alla portata era di quelli da ricordare a lungo, ma sono grato a Fabrizio per avermi portato sul Col de Turini, cosa che non capita a tutti. Grazie agli insuperabili Manuel ed a Biagio ed a tutti quelli che supportano.”



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