Intervista Mark Iuliano: “Bremer da tenere. Su Allegri e la Juve…”

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intervista mark iuliano

Di seguito vi riportiamo l’intervista integrale di Tuttojuve.com a Mark Iuliano, ex difensore della Juventus. I colleghi hanno vagliato tutti i temi d’attualità di casa Juve con l’ex calciatore.

“Domenica è stata una partita avvincente, la Roma gioca davvero bene. Sono contento per Daniele che è un ragazzo fantastico, ma il mio cuore è juventino e speravo in una vittoria. Guardo il bicchiere mezzo pieno e dico che era importante non perdere punti nei confronti delle inseguitrici. Va bene così, siamo in dirittura d’arrivo”. 

Intervista Mark Iuliano. La Juve taglierà il traguardo contro la Salernitana? Che ne pensi?

“E’ obbligatorio farlo, la Juve poi merita di centrare l’obiettivo Champions. A tratti è stato disputato un gran campionato, purtroppo sul più bello è arrivata la fase calante che ha rovinato i piani. Adesso ci aspetta un’ottima finale di Coppa Italia che potrebbe farci vincere un trofeo, diciamo che è arrivato il momento di raccogliere ciò che è stato seminato”.

Intervista Mark Iuliano. Il tifoso la sta vivendo un po’ come una tragedia, nel senso che speravano di poter competere fino all’ultimo con l’Inter per lo Scudetto. Ma vincere la Coppa Italia e arrivare in Champions potrebbe rendere, a tuo parere, comunque positiva la stagione?

“Le tragedie, a mio parere, sono ben altre, visto che ci sono società che non stanno lottando più per nulla in questo momento. La Juventus aveva altre aspirazioni a febbraio, siamo d’accordo, ed è stata per un momento davanti all’Inter, ma i valori non erano reali. E per quanto successo anche per vicissitudini societarie, squalifiche e varie problematiche, il terzo posto è un buonissimo risultato. E’ in linea con gli obiettivi prefissati”.

Quindi non è una stagione fallimentare?

“Oggi no, nella maniera più assoluta. Potrebbe diventare fallimentare se non dovessi raccogliere niente, ma solo in quel caso. Ora è un po’ prematuro parlarne, dobbiamo solo aspettare qualche giorno per avere il verdetto finale del campo”.

Ti sarebbe piaciuto vedere una Juventus sempre propositiva come quella di Roma?

“Tutti hanno quest’aspettativa, qui sfondiamo una porta aperta, ma non è stato facile e bisogna dar merito ad Allegri per le condizioni in cui sta lavorando. Sinceramente, non deve esser stato facile lavorare così. Mi spiace che il tutto venga ridotto al ‘giocar male’, nel calcio a contare saranno sempre i risultati anche se a far storcere il naso agli addetti ai lavori è stato il modo in cui sono stati raggiunti. Penso che Allegri sia il primo a voler giocar bene e convincere, ma a volte gli sono state imputate delle responsabilità che non erano le sue. In campo ci vanno i giocatori, non lui”.

La colpa della flessione: più dei giocatori o più dell’allenatore?

“Quando le cose non vanno bene e non arrivano i risultati, la colpa è di tutti: club, allenatore e giocatori. La nuova società sta cercando di fare delle buone cose, per me Giuntoli è il vero fiore all’occhiello del mercato bianconero e sono davvero molto contento che c’è l’abbiamo noi. L’obiettivo è di fare delle belle cose, non vogliono sperperare e i conti devono essere in ordine”.

L’anno prossimo proseguiresti con Allegri, visto che si continua a parlare insistentemente di Thiago Motta?

“Non spetta a me commentare, il mio compito da tifoso è quello di giudicare a fine campionato quello che è stato fatto. I difetti di questi anni li conosciamo tutti, potrei saperli anche senza guardare una partita. Il primo tra tutti è il centrocampo, in pratica stiamo giocando senza Pogba – che è uno dei più forti del mondo – e Fagioli. E c’è da considerare anche il fatto che tanti calciatori hanno tirato la carretta senza avere gli adeguati ricambi. Ci sono tante scusanti e molti alibi, che poi finiscono nel momento in cui si inizia a raccogliere. Io ringrazio Allegri per quel che ha fatto e lo stesso discorso lo farò per tutti quelli che sono passati e che verranno, così come i calciatori, perché la Juve viene prima di tutto. Qui bisogna vincere e convincere, la società ne è consapevole così come lo sono i tifosi. I dirigenti sceglieranno sempre il meglio per questi colori”.

Traducendo il tuo ultimo passaggio: se resterà Allegri o dovesse arrivare Thiago Motta, comunque i dirigenti penseranno sempre a fare il bene della squadra. 

“Oggi è superfluo parlare di altro, perché ci sono degli obiettivi vitali da centrare. Non è il momento di sputare veleno e mettere zizzania, c’è da star vicino ai calciatori così da fare il tifo per loro in modo da aiutarli a vincere dei trofei. Voglio solo il bene della squadra”.

Da chi ti aspetti di più in questo finale di stagione?

“Mi aspetto di più da tutti, Chiesa mi è piaciuto molto a Roma ed era da tempo che non lo vedevo così pimpante. Vlahovic ha delle doti straordinarie, può migliorare e far di più. Non gli si può dir nulla sulla fase realizzativa, in cui è sempre molto presente, ma la Juve ha puntato su di lui per dargli anche altri numeri: personalità, protezione palla, esser più presente nel gioco”.

Venderesti Bremer quest’estate se dovesse arrivare un’offerta importante?

“No, non lo venderei mai. Lo abbiamo cresciuto ed è diventato molto fondamentale, è uno dei pochi a non aver paura nel giocare nell’uno contro uno. Lui accetta il ruolo, anche se molti allenatori vogliono sempre delle coperture, e lo fa a campo aperto, questo significa poi avere una grande personalità e doti atletiche importanti. Io lo terrei sempre”.

Cosa significa la Juve per te?

“La Juve significa dare tutto per questa maglia, non una domenica sì e dieci no, ma sempre, perché viene prima di tutto. Per me significa quello e ho sempre cercato di mettere in pratica ciò che mi era stato insegnato”.

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