Che fine settimana per Giovanni Buganza al Mugello Classic, uno degli eventi più prestigiosi nel panorama internazionale dedicato alle regine del passato.
Lo scorso fine settimana è andata in scena la kermesse che ha rinverdito i fasti del gruppo C, parlando di endurance, con il pilota di Castelfranco Veneto che si presentava ai nastri di partenza con la sua Chevron B16, curata dall’immancabile Davide Melandri.
Il trevigiano, sostenuto da Xmotors Team, era chiamato a scontrarsi con oltre cinquanta avversari al Mugello Circuit, aggiungendo le varie incognite date dalle evoluzioni tecniche.
“La nostra Chevron è stata ultimata il giorno prima di partire per il Mugello” – racconta Buganza – “quindi eravamo tanto carichi quanto tesi perchè avevamo motore e cambio nuovo, oltre che al pacchetto ammortizzatori, freni e differenziale. Trovarsi contro oltre cinquanta rivali con queste incognite non era facile. L’auto non ha deluso, grazie alle cure di Davide Melandri, e l’affidabilità è stata ottima. Non potevamo essere più contenti di così della nostra B16.”
La corposa griglia rendeva la ricerca del giusto setup particolarmente complicata, sia nella sessione di libere che in una qualifica che vedeva Buganza firmare la trentaduesima casella.
“Durante i vari turni ci sono state tante interruzioni” – aggiunge Buganza – “e nelle libere siamo stati rallentati da almeno tre bandiere gialle. Al Sabato la musica non è cambiata e non siamo riusciti a sfruttare i quarantacinque minuti della sessione. Oltre cinquanta auto in batteria sono troppe, è normale che con un traffico così intenso si creino problemi ma fa parte dell’evento.”
Da un Venerdì ed un Sabato complicati ad una Domenica di gara ricca di emozioni con Buganza che, nonostante l’indubbio gap di potenza rispetto agli avversari, riusciva a tagliare il traguardo in venticinquesima posizione, terzo nella personale sfida tra le Chevron B16.
“La gara è stata bellissima” – conclude Buganza – “ma abbiamo patito in partenza perchè la nostra B16 è motorizzata BMW mentre le altre sono Cosworth. Paghiamo un gap di potenza che si aggira tra i quaranta ed i quarantacinque cavalli quindi potete immaginare cosa voglia dire questo su un tracciato come quello del Mugello. Più di così non potevamo fare, magari con qualche modifica all’assetto avremmo fatto meglio ma il tempo per lavorarci sopra non c’era. Abbiamo anche battagliato con una GT40. Al penultimo giro sono riuscito a sorpassarla nel misto ma sul rettilineo mi ha letteralmente sverniciato. Ho così tirato una staccata furibonda all’ultimo passaggio e mi sono difeso nel misto, portando a casa un risultato notevole per noi.”