Panda Raid, le due ruote motrici Omega brillano

Zampati lotta per la vittoria in avvio, al comando dopo le prime due tappe, e chiude quinto, seguito da Dezulian che firma una bella nona piazza.

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Panda Raid, le due ruote motrici Omega brillano

Un lungo e faticoso rientro ma nella sede di Omega è tempo di stilare il bilancio dell’edizione 2024 di Panda Raid, una massacrante maratona che, dal 2 al 8 di Marzo, non ha piegato la resistenza degli equipaggi presentati al via della sfida ad Almería.
Unica defezione anticipata quella del patavino Attilio Barzon, in coppia con Cristina Indrea, costretto ad abbandonare la compagnia per un improvviso problema di natura personale.
A fare la parte del leone per la scuderia di Verona sono state le versioni a due ruote motrici delle Fiat Panda, in particolar modo quella condotta dai bresciani Luca Zampati e Giorgio Pezzotti che, dopo aver comandato le operazioni nelle prime due frazioni, sono rimasti sempre in scia al treno dei migliori, tagliando il traguardo con una notevole quinta posizione.
A seguirlo, sempre tra i migliori dieci, il trentino Francesco Dezulian, affiancato da Luca Ferrario, nono nella generale mentre più distaccati, in ventiduesima piazza, i bresciani Matteo Merlotti ed Edoardo Plato hanno completato il contingente battente bandiera scaligera.
Due eventi nettamente distinti e non solo nella classifica con le anteriori che erano chiamate al confronto su un percorso alternativo alle integrali, evitando le insidiose dune ed il fango.
Nel quattro ruote motrici la famiglia Spurio, papà Roberto con il figlio Lorenzo alla destra, ha firmato la trentunesima casella, seguita in trentanovesima da Roberto Gigliucci, in coppia con Andrea Da Giuli, ed in cinquantaquattresima da Stefano Pietropoli, con Alessandra Bianconi.
Dietro di loro, in cinquantacinquesima piazza, l’adriese Luca Giovannini che condivideva l’abitacolo con Filippo Vian mentre in sessantasettesima chiudono l’avventura Massimiliano Losi e Marco Lion, un equipaggio tutto patavino che ha messo le proprie ruote davanti al duo bresciano composto da Luca Tonni e Zeno Falluba, attardati in ottantaseiesima posizione.
Fuori dai primi cento gli ultimi due equipaggi classificati con il biellese Andrea Landoni alla centoquattro, con Loredana Laconeta, e con il veneziano Marcello Tracanzan alla centoquattordici, affiancato per l’occasione da Rosanna Mazzucco.
Non figurano in classifica il patron Ivano Griso, impegnato con Giampiero Barbirotto ad aiutare i compagni di colori in difficoltà, ma anche Cristian Albertini, attardato dal cedimento del motore e dalla ricerca di una soluzione alternativa per la Panda condivisa con Enzo Ferrari.
Raffaello Avesani, al via con Fabio Martini, ha dovuto indossare i panni del meccanico per soccorrere gli altri portabandiera incappati in varie difficoltà, a discapito della prestazione.
A chiudere il cerchio dei ritiri Luciano Favaro, affiancato da Daniela Zanchin.
Non solo competizione ma anche volontariato, come da tradizione, con l’iniziativa denominata “Al Panda Raid per Regalare un Sogno” che ha coinvolto direttamente l’onlus Un Sogno per Vincere, unica destinataria del ricavato raccolto durante la trasferta in Marocco.

“Quest’anno è stato il Panda Raid più duro di sempre” – racconta Griso (presidente Omega) – “sia per la navigazione che per il percorso. Abbiamo trovato ogni tipo di condizione climatica, dal freddo notturno con la brina al mattino alle tempeste di sabbia, passando per fango e neve fino ad arrivare alle spiagge dell’Oceano Atlantico. Siamo partiti in quindici e siamo arrivati tutti, grazie al supporto di chi, come anche noi, ha deciso di non guardare alla classifica per soccorrere gli equipaggi che erano in difficoltà. Siamo soddisfatti di quanto abbiamo fatto.”



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