Seedorf racconra Del Piero, un fenomeno davvero come pochi. Un calciatore che ha fatto la storia del calcio per un ventennio, e che il grande campione olandese racconta cosi….
“La serie A non è quella che vedete oggi, è quella che il mondo ha conosciuto fra gli anni 90 e la metà degli anni 2000, un posto in cui solo i più forti riuscivano a imporsi e in cui almeno 7-8 squadre erano serie contendenti al titolo.
Persino la lotta per la UEFA era infuocata.
In questo grande palcoscenico Juventus e Milan si contendevano il titolo e spadroneggiavano ovunque. Le gare con la Juventus erano molto sentite, nel corso del tempo noi avevamo avuto Dida, Maldini, Nesta, Cafu, Gattuso, il sottoscritto, Kaka, Inzaghi, Shevchenko, loro avevano Buffon, Thuram, Ferrara, Montero, Nedved,
Camoranesi, Trezeguet, Del Piero.
Proprio a proposito di quest’ultimo Carlo Ancelotti era molto preoccupato. “Nedved va fermato con le cattive, Camoranesi con la tattica, Del Piero dovete inventarvi qualcosa, ma state attenti”.
Il mister lo conosceva bene e negli allenamenti alla
Juventus lo aveva descritto come disumano, un aggettivo che considero riduttivo.
Seedorf: ” Del Piero era un fenomeno”
lo e Alex siamo amici da un po’, c’è rispetto reciproco perché apparteniamo allo stesso tipo di calcio, così diverso da quello attuale, così profondamente più vero.
Dico sul serio: c’è una grande differenza. In vista delle gare contro la Juventus gli allenamenti raddoppiavano e restavamo fino a tarda serata, con i difensori, a capire come neutralizzarli.
Sapevo che la Juventus faceva la stessa cosa.
Allenamenti in serata o cene di squadra in cui si parlava di lavoro e delle strategie di marcatura.
Sapevo che ad Alex non serviva alcun allenamento, avrebbe potuto presentarsi in gara in ciabatte dopo aver passato una settimana a girarsi i pollici e avrebbe comunque giocato come sapeva, da fenomeno qual era.
Durante uno dei tanti nostri scontri Ancelotti mi diede il compito di marcarlo a uomo. “Mister, così non posso arrivare al tiro come vuole”. “Clarence, del tiro non me ne frega niente, rimonta Del Piero.
Non devi per forza segnare ogni volta”.
Fu una partita dura.
Del Piero giocò trequartista, un ruolo non suo, ma stargli più vicino non so se potesse essere considerata una cosa positiva o una maledizione.
Dopo una palla persa da Pirlo al limite dell’area partì un loro contropiede Del Piero aggirò il mio movimento con una finta di corpo, andai a vuoto e lo rincorsi per una ventina di metri.
Mentre stavo per raggiungerlo servì l’assist decisivo.
Furono i novanta minuti peggiori della mia vita calcistica, quelli passati attaccati ad Alessandro Del Piero.
Quando lo rivedo i miei primi pensieri vanno ai nostri scontri e a quanto fosse inverosimilmente forte palla al piede”.
Clarence Seedorf