Lizzano, la presentazione della rivista letteraria ‘La Vallisa’

La Vallisa, la vocazione dei poeti e l’importanza di costruire nuovamente una ‘pars destruens’ e una ‘pars costruens’

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Se la poesia si potesse dipingere avrebbe il volto della Bellezza, se la si potesse cantare avrebbe il suono di un usignolo in festa, se la si potesse lodare avrebbe il suono celestiale di un’ode lirica le cui rime vengono intinte dall’inchiostro d’un calamaio di altri tempi. La poesia è, senza dubbio, una forma

d’arte che racchiude le sue mille sfaccettature diffondendole al mondo attraverso le parole, le emozioni, la scrittura e il bacio che scaturisce dalle rime dell’anima trascritte sulla purezza dei candidi fogli.

In tale prospettiva, si è svolta presso il Palazzo Marchesale di Lizzano la presentazione della rivista letteraria più longeva d’Italia, ‘La Vallisa’, la quale ha avuto come tema principale la Poesia e le sue molteplici peculiarità che si traducono nella finezza degli impulsi emotivi dettati dall’anima e dal cuore tra le righe dei versi scritti.

L’evento è stato concepito dall’amministrazione comunale del loco in collaborazione con Interzona News, La Vallisa e il Gruppo di Servizio per la Letteratura Giovanile. Durante la rassegna è stato possibile assistere agli interventi del sindaco, Dott.Ssa Lucia Palombella; l’assessore alla cultura e all’istruzione, avv. Chiara Caniglia; il Prof. Daniele Giancane (direttore de La Vallisa); la Dott.Ssa Erminia Madeo (editor) che ha proferito in merito al rapporto che intercorre tra editor e scrittore. Il Prof. Cosimo Rodia (direttore di Interzona News) ha, invece, coordinato l’evento e i vari interventi e, nel contempo, ha espresso il suo personale punto di vista sulla poesia e sull’importanza della cultura racchiusa nel senso più ampio illustrato nell’arte.

Prof. Cosimo Rodia: ‘Portare avanti la letteratura tra pars destruens e pars costruens’

Al termine dei saluti e ringraziamenti iniziali del sindaco e dell’assessore, il Prof. Cosimo Rodia ha dato vita a un monologo dallo spessore rilevante. Le sue parole sono cariche di simbolismo e sono portatrici di messaggi importanti che, all’unisono, risiedono in tutti coloro che vorrebbero che la Poesia avesse una svolta nel mondo attuale.

‘Viviamo in una realtà in cui la globalizzazione ha reso la letteratura una merce e, come una merce, è soggetta alle logiche di mercato. Sicché i battage pubblicitari indicano che cosa leggere, quando leggere e quando smettere di leggere e, così facendo, la letteratura si è abbassata al mero consumo. È diventato un fatto determinato dall’occasione. Dunque, la letteratura diventata merce ha perso la sua aurea di potenza semantica e, quindi, si è decaduti nel gusto e, a un certo punto, ci siamo impoveriti nel linguaggio e la letteratura ha perso la sua capacità di rappresentare la nostra dimensione valoriale. La dimensione che traccia dei percorsi di vita. E se questo è vero, si giustificano poi, di conseguenza, tutti quegli elementi negativi che pervengono dai dati Istat e dall’Invalsi ove, negli ultimi dati, emerge che più di un terzo dei ragazzi che leggono non capiscono il senso di quanto letto. Ma questa è tutta una conseguenza di un impoverimento e di una letteratura che sopravvive a se stessa nell’arco breve del lancio pubblicitario e, quindi, non lasciano più quello scavo che la letteratura, invece, riesce a donare. Noi non siamo più abituati a leggere delle opere che riescono a farci entrare nella dimensione psicologica umana, nelle inferenze, nelle parti storiche che sono raggrumate nei romanzi corposi e potenti, quelli che appartengono al patrimonio dell’umanità. Allora, la banalizzazione della parola, l’elementarizzazione del linguaggio ha portato, naturalmente, a quei risultati dell’ignoranza di ritorno. Ecco, allora, il senso dello stare qui e dell’interloquire su codesta tematica’.

Il Prof. Rodia è visibilmente afflitto dallo scenario coevo, lo stesso scenario che è scaturito dall’avanzamento tecnologico, dall’indottrinamento giunto per volontà di terzi che determina una condizione di incultura che riesce a far soggiogare i giovani d’oggi e che tali renderà i posteri del domani. Per codesto motivo, il coordinatore ha parlato di ‘pars destruens e pars costruens’ sottolineando come, la letteratura e la cultura nel senso più ampio, debbano essere portate avanti ‘a muso duro’.

L’intervento del Prof. Daniele Giancane

Alle parole del Prof. Rodia fanno seguito le dichiarazioni del Prof. Daniele Giancane che, rivolgendosi al pubblico presente in sala, ha subito parlato di ‘eroi culturali’, in quanto loro vengono definiti come i testimoni e i portavoce della cultura.

Successivamente, menziona il sommo poeta romano, Quinto Orazio Flacco, il quale diceva: ‘Il poeta non può essere mediocre’ e ‘Non si può essere poeti senza vocazione personale, ma non basta’. Difatti, c’è una ricerca introspettiva del proprio essere, delle proprio emozioni, della propria esistenza. Il poeta ha il dovere e la necessità di cercare la melodia e il ritmo adatto alla poesia, ambedue permetteranno di identificare il poeta stesso che si descriverà nel suo diapason personale che diviene sinonimo del profondo ascolto di se stessi.

I poeti

Infine, il Prof. Cosimo Rodia chiama singolarmente al suo fianco, ogni poeta che, interrogato dal Prof. Giancane, recita due poesie contenute nella rivista ‘La Vallisa’. In ordine vi sono:

Maria Curatolo, la poetessa del mare con il quale ha un rapporto di odio e amore.

Giuseppe Zilli, il poeta a cui piace parlare con le pietre e che ha scritto un componimento poetico rispecchiando la visione e l’afflizione di Giuda (il traditore).

Loredana Lorusso, la poetessa dell’eros e dell’erotismo.

Roberta Positano, la poetessa nella semplicità di una porta descrive il silenzio e la sofferenza della morte. Una sorta di parallelismo con il suo lavoro dove riesce a intravedere la fragilità dei suoi assistiti (essendo lei avvocato).

Rosa Cecere, la poetessa che parla del ‘quasi inverno’ e ha composto una ‘ode alle fave’.

Alessandro Zaffarano, il poeta dell’officina degli affetti e dell’amore condiviso, perché nell’unione di due anime che ne divengono una s’annullerebbe l’amore stesso.

Anna Cellaro, la poetessa riprende le parole del Prof. Giancane che ha riferito che ogni argomento è degno di poesia. A tal proposito, incentrandosi sul meridione ha recitato una poesia dedicata all’albero dell’ulivo facendo menzione alle bellezze del sud e alla problematica relativa alla costruzione del parco eolico nel territorio lizzanese.

Barbara Gortan, la poetessa che parla del momento che precede l’alba e cita anche il mare e il movimento delle onde.

Leo Luceri, il poeta che scrive i suoi poemi in griko (la lingua dei genitori) e che pone al centro di tutto i profumi del sud.

Anna Rita Merico, la poetessa del ‘profetico femminile in epoca classica’ e delle poesie dedicate ai dolmen e ai menhir del sud.

Nunzia Piccinni, la poetessa che illustra la poesia d’insieme come un miracolo e che parla del sud e del mare.

Carlo Stasi, il poeta delle poesie visive con testo visibile. Il suo primo componimento descrive quello che potrebbe avere da dire o un ipotetico pensiero che potrebbe possedere ogni singola goccia; mentre, il secondo tratta una storia d’amore (sempre visiva) tra le stalattiti e le stalagmiti che, dopo millenni e goccia dopo goccia, giungono a essere un’unica cosa: una colonna d’amore e di ghiaccio.

Domenico Leone, il poeta delle domande e che si pone l’interrogativo in quanto desidera sapere chi è, ora, il poeta in un mondo che si sgretola. Successivamente, dedica una poesia a Raffaele Carrieri e a Cardarelli; segue il suo ritorno accanto alla consorte che suggella con un gesto affettuoso prima di accomodarsi nuovamente.

Inoltre, in molteplici poesie emerge un richiamo allo stile dantesco attraverso l’uso dell’anafora, oltre alla ricercatezza dei temi differenti tra di loro, ma che rispecchiano il profondo legame con la propria interiorità e il meridione.

Infine, un doveroso ringraziamento a Salvo Lupo per la gentile concessione fotografica che ci ha permesso di rivivere le emozioni e i momenti salienti della serata.