MASSIMO AGOSTINI: INTERVISTA

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Massimo Agostini, passato alla storia del calcio italiano come il “Condor”, è stato anche uno dei pochi ad aver indossato le maglie di tre big della Serie A come Roma, Milan e Napoli, in rigoroso ordine cronologico. In questo estratto della lunga intervista ai microfoni di News.Superscommesse.it Agostini esprime il suo autorevole parere sul difficile momento attraversato dai rossoneri e dai partenopei.

Agostini, lei è stato allenato da alcuni dei più grandi tecnici della storia del calcio italiano. Dall’alto della sua esperienza, cosa ritiene sia andato storto nella breve avventura di Rudi Garcia al Napoli? Subentrare a Spalletti dopo lo scudetto sarebbe stato difficile per tutti, ma ritiene che il tecnico francese abbia commesso più errori sul piano tecnico o della comunicazione?
“Garcia non aveva un compito agevole. Tuttavia, premesso che giudicare dall’esterno non è mai facile, qualche errore è stato commesso. Avrebbe dovuto fare subito mente locale per capire come relazionarsi con una piazza esigente che era appena tornata a vincere. E sarebbe dovuto entrare più in punta di piedi, sotto tutti i punti di vista. Non dico che la cosa migliore sarebbe stato riprendere in tutto la gestione di Spalletti, ma ha avuto un approccio sbagliato. Sia come gestione tattica, che a livello di comunicazione. Ha cercato di cambiare troppe cose e troppo in fretta, non ha avuto pazienza. La sua situazione mi ha ricordato un po’ quella di Gasperini all’Inter. Volle cambiare subito tutto e andò male”.

Arrigo Sacchi è stato il suo scopritore al Cesena e poi vi siete ritrovati al Milan. Secondo lui uno dei problemi del Milan attuale è la mancanza di una base italiana nello spogliatoio. Pensa possa essere una spiegazione per gli alti e bassi del rendimento di una squadra capace di battere il PSG e poi di farsi riprendere dal Lecce? O vede responsabilità di Pioli?
“Sicuramente quello che dice Sacchi ha un fondo di verità, perché per esperienza dico che uno zoccolo duro italiano in un gruppo fa sempre la differenza, anche se il calcio di oggi è cambiato. Però non può essere questa l’unica causa. Solo l’allenatore può sapere e spiegare come si fa a passare dalla vittoria sul PSG alla quasi sconfitta contro il Lecce, ma pure dalla netta sconfitta dell’andata a Parigi ad una prestazione così diversa al ritorno. Ci sono dei black out che vanno oltre l’aspetto tattico e il mercato, un anno e mezzo fa il Milan vinse lo scudetto e oggi qualcosa si è rotto. Quel che è certo è che devono trovare continuità molto in fretta, perché otto punti da recuperare sull’Inter sono già tanti, in mezzo c’è anche la Juventus e il Napoli è vicino. Se non cambiano registro rischiano di restare tagliati fuori dalla lotta per lo scudetto”.