Calcio, Milan verso lo stadio di proprietà. C’è una grande clessidra sul tetto di Casa Milan: segna il tempo che scorre in attesa della decisione sul nuovo stadio. La novità è che la sabbia rimasta non è poi molta. Il Milan vuole prendere una decisione entro i prossimi due mesi: a fine marzo, massimo in aprile, il club deciderà se rimanere a San Siro con l’Inter o trasferire il progetto del nuovo impianto. Questa è l’intenzione a inizio febbraio, in attesa di incontrare (a breve) i nerazzurri e rispondere al Comune di Milano, che poco prima di Natale ha approvato il piano per il nuovo San Siro ponendo nuove condizioni stringenti su capienza, aree verdi, interventi sul quartiere.
Calcio, Milan verso lo stadio di proprietà: le parole del presidente Paolo Scaroni
Il presidente rossonero è l’uomo al quale la nuova proprietà americana ha affidato il compito di portare a termine la questione inerente il nuovo stadio. Queste le sue parole pronunciate il 25/01/2023: “Per lo stadio stiamo portando avanti tre progetti in parallelo. Uno è quello di Sesto San Giovanni e un altro non lo dico, è una carta coperta”. La carta coperta porta sempre nell’hinterland milanese ma in zona Sud, nel comune di Rozzano. Il Milan ha studiato e sta ancora studiando la possibilità di costruire lì il nuovo stadio in solitaria, in un’area non comunale ma privata.
Rozzano soddisferebbe alcuni dei requisiti richiesti per la costruzione di un impianto da grande club. È una soluzione probabile? Non al momento. Diciamo che Rozzano oggi è in seconda fila, assieme alla vecchia soluzione di San Donato Milanese per i non milanesi, in zona Sud-Est, che è stata considerata anche in queste settimane. Ogni area ha pregi e difetti ma San Siro e Sesto San Giovanni restano le ipotesi più concrete.
Calcio, Milan verso lo stadio di proprietà: la sinergia con l’Inter
La grande questione, a questo punto, è capire quali saranno le strategie di Milan e Inter, e soprattutto se davvero le strade dei due club resteranno intrecciate. Sempre Paolo Scaroni ha dichiarato: “Se non sarà San Siro, il Milan è disposto ad andare da solo. Non molliamo il colpo, io vi assicuro che il Milan avrà il nuovo stadio”. Il Milan, insomma, ne fa una questione di tempistica: ha fretta, non vuole aspettare ed è pronto a schiacciare il tasto verde sulla prima soluzione disponibile.
Mettendo quindi pressione sia sul Comune di Milano sia sull’Inter. Per questo Sesto San Giovanni, disposto ad accelerare assieme al Milan, ha chance e ora è probabilmente favorito su San Siro, che ha più fascino ma anche una situazione politica molto complicata. C’è sempre il caso-vincolo sul Meazza, la questione che al momento fa temporeggiare Palazzo Marino e che potrebbe anche congelare la “Cattedrale” firmata da Populous.
Spetterà a Emanuela Carpani, nuova sovrintendente all’Archeologia, decidere se lo stadio di oggi può davvero essere demolito come vogliono Inter e Milan. Se i due club avranno il via libera politico in tempi brevi, allora si potrà partire con la redazione del progetto esecutivo, che ha un costo di 40-50 milioni e sarebbe il primo, vero passo definitivo verso il nuovo San Siro. Se, invece, Milano non deciderà subito, lo scenario potrebbe cambiare davvero.