F1 Ferrari Vasseur si presenta

Prima conferenza stampa per il Team Principal della Rossa che si presenta ed espone il suo programma

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La nuova Ferrari si chiamerà SF-23
F1 Ferrari Vasseur si presenta

F1 Ferrari Vasseur si presenta. Un francese benedetto da un francese: “Mi ha telefonato, mi ha detto quanto sia speciale l’entusiasmo della Ferrari”. È ovviamente Jean Todt a tener presente a Frederic Vasseur quanto non sia in procinto di guidare una semplice scuderia, bensì un sentimento che sfocia nel sacro domenicale occupando i pensieri di milioni di italiani. Sì, proprio come una religione. E per entrare meglio nel mistero si è messo sui libri come un monaco benedettino, per imparare la nostra lingua: “Buongiorno a tutti – esordisce – sto studiando tutti i giorni l’italiano … serve per lo spirito di gruppo e nei rapporti, ho sentito di dovere impararlo”. Per l’apertura della sua esperienza ha scelto un pullover nero e non la giacca Armani della Scuderia: “Non digerisco la cravatta!”. Una presentazione all’insegna della sincerità e della leggerezza, in cui il neo TP si è lasciato conoscere. Ha raccontato, ad esempio, come il rapporto che intercorre tra lui ed Elkann si fosse già consolidato nell’affare Alfa-Sauber, e ciò ha aperto le porte ad un passaggio in Ferrari che, dopo settimane di voci, è divenuto realtà: “Ho gestito la situazione fino ad Abu Dhabi, sapevo già tutto, le voci erano vere”. Nessun tentennamento, tanta voglia di fare bene. Superati i cinquant’anni ha colto l’occasione della vita e vuole affrontarla a viso aperto, senza paura: “Affronto una sfida che espone me e la mia famiglia. Più che paura sento senso di responsabilità”. Entrato in quella che definisce la “Chiesa del Motorsport”, non vuole fermare l’orizzonte davanti ai suoi occhi: “Lavorare qui non è un traguardo, il traguardo è vincere. Devo riuscirci. Sono qui per la sfida, non per i soldi”. Parole che sanno di nuovo corso.

F1 Ferrari Vasseur si presenta, passaggio di consegne

Arrivato a Maranello si sente come un indios davanti ad una caravella, aveva a disposizione zattere ed ora può costruire galeoni. Tuttavia il modello 2023, il primo condotto in pista da TP, ha poco di suo e tanto di Binotto. Se ce ne fosse bisogno, Frederic ci conferma la signorilità di Mattia: “Abbiamo discusso per un paio d’ore quando c’è stato il passaggio di consegne a Maranello. Mi ha parlato del team, ho apprezzato il gesto”. Il segno confortevole di un lavoro che dunque non apparirà incompleto, ma passato da una mano all’altra. Da mattina a sera sta a Maranello, soprattutto per conoscere il capitale umano del Cavallino: “Le relazioni umane sono alla base del successo di un team, conta la cooperazione a tutti i livelli della piramide”. Dice di aver trovato una motivazione sorprendente in squadra – che si oppone al muso lungo di noi tifosi – la quale renderà il tutto più semplice: “L’atmosfera è positiva, sono tutti carichi. Quando è così nulla è impossibile. C’è la forza per muovere le montagne, se tutti spingono nella stessa direzione”. Torniamo sempre al suo dogma, alla visione unica che deve condurre la nave rossa in porto (“Con due visioni il lavoro è lento” – diceva ai tempi della Renault). Un uomo apprezzato anche per questo, per la capacità di scelta che speriamo manterrà. Anche perché, ha ribadito a più riprese, non è un tecnico, un ingegnere meccanico o aerodinamico: “Sono uno che ha cominciato da zero: con 32 anni di esperienza al muretto credo di avere la giusta esperienza per gestire una squadra”. Salendo la ripida scala del Motorsport è arrivato nel posto più esposto al sole della critica (“Pressione? Non è un segreto averne in Ferrari”), una critica che vuole stupire: “L’obiettivo che mi ha dato Elkann è quello di lottare per entrambi i titoli”.

F1 Ferrari Vasseur si presenta, equilibri di squadra

Da osservatore esterno si sarà reso conto dei tre grandi crucci che hanno trasformato la F175 in un agnellino rispetto al lupo che sembrava: affidabilità, strategie, gerarchia. Il concetto giusto è ristrutturare senza rivoluzionare, anche perché la Ferrari in casa possiede delle eccellenze che sarebbe meglio tutelare, onde evitare separazioni future “alla Binotto”. A suo dire una tra queste è Enrico Cardile, responsabile aerodinamico con qualifica di DT: “Andremo avanti così, lavora bene”. Per quanto riguarda le voci sulla vettura (e i presunti 30 cavalli ritrovati) frena gli animi esultanti: “Non conta nulla che sia più veloce della precedente al simulatore. La scopriremo in Bahrein”. Capitolo strategie; non salterà nessuna testa perché è il complesso che non ha lavorato al meglio, non il singolo: “Prenderò delle decisioni ma senza sostituire nessuno. Non è solo spingere un bottone, bisogna che dietro ci sia una struttura valida a sostegno”. In ultimo si è passato alle dichiarazioni sui piloti. Frederic non ha nessuna intenzione di ridurre la figura di Sainz a valletto del monegasco, aggiungendo anche che l’amicizia corrisposta con Leclerc non ha influito in alcun modo nell’approdo in Ferrari. Inoltre ha cercato di ingaggiare Carlos, sia in Renault che in Alfa. Ciò dimostra che stima entrambi, ma è fiducioso sul fatto che “a un certo punto della stagione sapremo su chi puntare, nonostante non ci sia un numero uno e un numero due”. Un chiaro segnale per l’amico Charles, che immagina assiduamente davanti al compagno. Ha ricordato a entrambi che la Ferrari viene prima di tutto raccomandando collaborazione e neutralità (“L’obiettivo è vincere, non importa con chi”). Chiude con una stoccata a Toto Wolff: “Vuole Leclerc in Mercedes? Provi a prenderlo!”.