Inchiesta Juve, il crollo di Giorgio Chiellini ! Arrivano nuove indiscrezioni sugli interrogatori relativi all’inchiesta Prisma. In particolare nelle ultime ore sono spuntati i dettagli dell’interrogatorio a Giorgio Chiellini, capitano della Juventus all’epoca dei fatti. Il difensore bianconero, come riporta la Gazzetta dello Sport, ha ammesso davanti ai pm Ciro Santoriello, Mario Bendoni e all’aggiunto Marco Gianoglio, che “tutti sapevamo che il comunicato sui 90 milioni di rinuncia sarebbe stato diverso dagli accordi” e di sapere che “nel bilancio hanno messo l’importo del taglio, non so se era corretto o meno farlo”.
E ancora: “I miei riferimenti erano Agnelli e Paratici da una parte e i compagni dall’altra. Ricordo che sono stato contattato da qualche altro giocatore di altre squadre, stavano anche loro cercando di trovare un accordo e gli ho spiegato quello che avevamo fatto noi. Ai colleghi che mi hanno contattato, ho risposto che una parte ci sarebbe stata restituita l’anno successivo o negli anni successivi”.
Inchiesta Juve, il crollo di Giorgio Chiellini: la voglia di aiutare lo storico club
Dall’interrogatorio emerge poi che: “tutti (inteso i compagni, ndr) eravamo comunque a conoscenza che il comunicato stampa sarebbe stato diverso dagli accordi. Noi abbiamo rinunciato per il bene della società, poi nel bilancio non so cosa abbiano messo. O meglio: so che hanno messo i 90 milioni di rinuncia. Non so se era corretto o meno farlo”.
Un passaggio importante dell’ex capitano: “Durante quel periodo di panico e difficoltà economica (dovuta all’emergenza Covid, n.d.r.) per la società mi è stato chiesto di fare da tramite con il resto del gruppo per cercare di venirci incontro in quel momento straordinario che si era creato. Durante il mese di marzo, non ricordo il giorno, ho cominciato a parlare con i compagni per capire la disponibilità a venire incontro ai problemi che c’erano in società. Problemi di solvibilità soprattutto perché tutti gli introiti liquidi venivano a mancare”.
Inchiesta Juve, il crollo di Giorgio Chiellini: la squadra favorevole e i mezzi di comunicazione
Il racconto dell’ex nazionale campione d’Europa è dettagliato: “Non è stato facile parlare con i miei compagni, ma hanno accettato con la promessa che, se la stagione fosse ricominciata, saremmo stati ricompensati e qualcosa avremmo ripreso. Tra noi abbiamo comunicato con telefono e chat. È stata fatta a pezzi.
Ognuno aveva la sua opinione, non è stato semplice. Non ricordo con esattezza chi era favorevole e chi no, la disponibilità c’è stata da parte di tutti. A noi la rinuncia a prendere denaro per qualche mese non ci cambia. Ci tenevamo, invece, che tutto lo staff fosse retribuito regolarmente”.
Gli inquirenti hanno ormai un quadro abbastanza chiaro della situazione creatasi ai tempi del virus che ha bloccato le attività di mezzo mondo. La strategia della società bianconera, per quanto discutibile, è stata in qualche modo necessaria per tirare avanti sul piano economico. Fra l’altro dall’interrogatorio viene evidenziato il fatto che anche altre squadre stavano adottando la stessa strategia. La giustizia sportiva attende la conclusione delle indagini per avviare il processo.