F1 Ferrari Vasseur è il nuovo Team Principal. Tra il vestire una polo Alfa Romeo e agghindarsi con la giacca Armani della casa di Maranello c’è una bella differenza. Frederic Vasseur lo scoprirà, ma un uomo della sua esperienza ne è ben conscio, agli inizi di gennaio. Per lui sullo sfondo un doppio ruolo: capo della gestione sportiva (Team Principal) e general manager della scuderia. Dopo anni di gavetta culminati con l’operazione-rinascita in Alfa Romeo (sesta nel costruttori dopo annate in chiaroscuro) è stato scelto per riorganizzare una squadra che manca di equilibri – interni e istituzionali – arrivando con un mandato plebiscitario, come certifica la doppia nomina. Secondo i vertici del Cavallino è il profilo giusto poiché portatore di sapienza tecnica, come lo era Binotto, ma al contempo un uomo di carisma e polso, capace di ottenere il meglio da ingegneri e piloti. Di nuovo un francese, come Jean Todt, con il quale ha un punto di contatto: entrambi sono arrivati in Ferrari dopo parentesi decennali senza aver avuto esperienza in un top team. L’attuale presidente FIA prendeva la squadra in un momento simile a quello odierno (nel 1993, a 14 anni dall’ultimo titolo di Scheckter) e solo all’ottava stagione (la quinta di Schumi) vinse il titolo. A 15 anni dal trionfo di Raikkonen Vasseur varca la porta con incarichi più gravosi: l’obiettivo è il titolo. Vincere subito. Potere decisionale ma non carta bianca: la Ferrari rimane un contesto diverso dall’Alfa e la figura dell’uomo solo al comando non è popolare, né in Mercedes né in Red Bull. Dunque Vasseur dovrà costruire la sua cerchia – orfana di alcuni fedelissimi – pescando dalle eccellenze di Maranello. Mekies, Rueda, Cardile, Sanchez: molti equilibri sono destinati ad essere riscritti.
F1 Ferrari Vasseur è il nuovo Team Principal, l’asse francese
Nonostante abbia sempre lavorato sottotraccia, in team non di primo livello, Vasseur è stato capace di intessere relazioni “diplomatiche” con vari esponenti del circus. Sin dai tempi della Renault fu notato da Elkann, che aveva pensato a lui già un anno fa, quando la questione Binotto iniziava a tenere banco. Così nelle ultime due stagioni, in vari colloqui – alla luce del sole o segreti – tra Vasseur e la coppia Elkann-Tavares (Stellantis) si era già discusso circa questa possibilità. L’uomo incaricato di sciorinare al meglio i rapporti è stato nientemeno che Laurent Mekies, il secondo di Binotto: un’asse “francese” per estromettere l’ingegnere italiano dalla guida del team. Non è stata una congiura ma poco ci manca: dai vertici al garage la figura del TP italo-svizzero, arrivato in quella posizione dopo 20 anni di gavetta, iniziava a vacillare già dall’annus horribilis che è stato il 2020. Dunque Mekies-Vasseur-Elkann sono riusciti a cambiare l’assetto spingendo su tre problematiche imputate al predecessore: l’affidabilità e lo sviluppo stagionale, la gestione delle strategie e la gerarchia tra i piloti. Punto uno: quest’anno la macchina era sì veloce, ma nella prima parte di stagione fin troppo fragile (tre ritiri con guasti al motore); come da anni inoltre, la Ferrari sembra gettare la spugna a metà della stagione “europea” (luglio), vedendo le prestazioni crollare rispetto a quelle degli avversari che migliorano. Punto due: il muretto è sotto esame (Silverstone, Monaco ecc), Rueda e gli altri sono rimasti sostanzialmente ad un livello mediocre della gestione gara, non implementando la qualità delle scelte di pari passo con i miglioramenti in pista. Non è escluso che, se non dovessero palesarsi miglioramenti tangibili, possa saltare qualche testa: in tal caso la Ferrari è pronta a fare quel passo che ha sempre subito, cercare i cervelli fuori da Maranello.
F1 Ferrari Vasseur è il nuovo Team Principal, la gerarchia tra i piloti
Ed eccoci al terzo punto: Binotto è capitolato principalmente per la “non” gestione della gerarchia tra i piloti, dalla quale si sono poi generate diverse incongruenze sul lato strategia. Penalizzato, il più delle volte, è stato proprio il principino Leclerc: il rapporto tra lui è Binotto è andato deteriorandosi dall’inizio della stagione, toccando il punto di non ritorno a Silverstone, quando ancora Charles aveva un barlume di speranza nella lotta contro Max. Dunque l’asse francese Vasseur-Mekies potrebbe avere il suo prolungamento nel predestinato monegasco. Già dai tempi della GP3, poi con l’Alfa in F1, il legame tra il nuovo TP e il pilota della Rossa è andato consolidandosi. Non sbagliamo se diciamo che Leclerc – e la sua condizione attuale – hanno spinto i dirigenti del Cavallino a compiere il passo: a Vasseur il compito di porre Charles al centro del progetto, costruirgli il team attorno e mettere Sainz a fargli da scudiero. Se l’obiettivo è il Mondiale – e lo è – questa è l’unica via percorribile. Inoltre, Carlos è un vero e proprio “uomo di Mattia”, scelto dall’ex TP dopo l’addio di Seb, era difficile per Binotto relegarlo al ruolo di seconda guida. Vasseur ora deve essere cauto: tirare su una squadra forte e coesa, con una gerarchia definita – subito o con l’evolversi della classifica – ma senza disperdere il capitale umano proprio di Sainz. Far fare il Bottas ad un pilota come Carlos significherebbe sfiduciare un intero lato box. La conferma la troviamo nelle sue parole risalenti all’addio a Renault: “Se si vuole avere successo in F1, è necessario avere un unico leader all’interno del team ed un’unica strada. Con due visioni diverse il lavoro è lento”. Dunque due piloti e una visione: il Mondiale. Buon lavoro, Frederic.