F1 Rosberg bacchetta la Ferrari. Cittadino tedesco con residenza a Montecarlo, parlata italiana perfetta, aspetto da principe scandinavo talvolta un po’ altezzoso: “Pare anche che abbia letto qualche libro!” – scherzava Leo Turrini qualche anno fa. Stiamo parlando ovviamente di Nico Rosberg, ultimo campione non canonico della F1 moderna, l’unico capace di battere Lewis Hamilton negli anni dell’impero Mercedes. Proprio per il suo aplomb spesso è considerato una delle voci più autorevoli nell’ambiente del circus. La Gazzetta lo ha intervistato approfittando del suo soggiorno a Sennariolo (Oristano), dove è impegnato nel piantare alberi – in una delle zone più martoriate dagli incendi – con l’associazione benefica collegata al suo team, RXR, gareggiante nell’Extreme E. Il campionato stile Dakar riservato a veicoli elettrici vede, nelle due stagioni finora disputate, la lotta – più classica che mai – tra la sua squadra e quella di Hamilton (X44). La prima edizione ha visto l’affermazione del team tedesco; lo stesso copione stava per ripetersi quest’anno: “Tutta la sfortuna si è concentrata nello stesso momento e il team di Lewis ha vinto per due punti … è stata una bella lotta, eterna contro Lewis. Stavolta ce l’ha fatta lui. Il prossimo anno rivinco io”. Una sfida ormai ventennale trasportata sul palcoscenico elettrico, di cui entrambi sono da sempre assidui promotori. Ma se il Re Nero sogna la sua scuderia in F1, il tedesco è categorico: “Fare un team di F1 è uno dei progetti più grandi che si possano immaginare al mondo … devi dedicarci tutta la vita, ogni giorno, per tutto l’anno. A quel punto non esiste più la famiglia. Non ho la minima intenzione di farlo”. Il quadretto che mi aspettavo di Lewis e Nico: l’istrione esuberante e il pragmatico tedesco.
F1 Rosberg bacchetta la Ferrari, “Ferrari manca di continuità”
Non vuole il suo team in F1, ma se fosse chiamato dalla Ferrari in veste di Team Principal? “Sarà dura per la Ferrari … non è che ci sia tanta gente all’altezza sul mercato … in Ferrari è ancora più complicato perché hai una pressione incredibile”. Insomma, Nico ci redarguisce a volare basso: chiunque arriverà non riuscirà a rivoltare come un calzino la gestione sportiva. Ed il problema, secondo lui, è puramente “aziendale”: “La continuità è un valore … Mercedes e Red bull non cambiano la maggior parte delle persone chiave da dieci anni. Ed è quel che manca alla Ferrari”. La discriminante principale sono quindi le troppe gole offerte alla tagliola nell’era post-Todt: da Domenicali a Binotto passando per Mattiacci e Arrivabene la Rossa non ha mai trovato l’uomo di polso. Sulle gerarchie in pista – al contrario di molti tifosi – ha un’idea figlia della sua carriera: “Non è il cambiamento che serve. Deve fare come nel 2022, lasciarli liberi di correre”. Come la Mercedes faceva con la sua coppia: “Dovrei dire che non ho nessun vero amico. Ma è perché la parte più importante della mia carriera è stata in una situazione insolita … era un ambiente strano, sapendo che la rivalità principale era dentro il garage. C’era spirito di squadra ma senza sbilanciarsi. E così diventava difficile avvicinarsi”. La competizione come mezzo per tenere alta l’asticella accompagnata dal monito sull’astio che può degenerare diventando controproducente. Certo, per arrivare a quei livelli necessitiamo di due Ferrari in lotta per il mondiale. Intanto a noi ne basterebbe una, nel 2023 che non permette passi falsi. Ma la decisione finale circa un’ipotetica gerarchia spetterà al nuovo TP, la cui nomina è attesa per gli inizi di gennaio, momento decisivo per gli ultimi sviluppi alla nuova monoposto.
F1 Rosberg bacchetta la Ferrari, il giudizio sulla stagione
Secondo il campione tedesco, Max è destinato ad entrare nell’Olimpo dei grandissimi: “A 25 anni ha già più vittorie di Alonso. Ha un talento incredibile, e ora è completo: ha uno spirito guerriero come Schumi e Senna, eppure non fa più errori … resterà di certo tra i 5 più grandi di tutti i tempi … è da tutti considerato il numero uno del team, per questo il clima da loro è più leggero”. Usa buone parole anche per gli altri della generazione playstation: “Russel mi ha stupito. Anche Leclerc, ma solo in qualifica, in gara non così tanto”. Va dritto al punto Nico: è paradossale vedere un pilota della classe di Leclerc avere 18 pole position e solo 4 di queste trasformate in vittorie. Serve anzitutto una maturazione sotto questo aspetto allo Charles che si propone come oppositore di Max d’Orange, la sua esatta nemesi (35 vittorie e 20 pole). Anche se Nico – incalzato da un giudizio su Hamilton – smorza subito ogni nostra speranza: “Lewis resta uno dei più forti, l’età non lo aiuta. Ma lui e la Mercedes hanno fatto qualcosa di straordinario nel tornare competitivi in fretta. Sono certo che il prossimo anno saranno i primi rivali della Red Bull”. Dunque non c’è spazio per la Rossa al vertice: il pericolo è che la confusionaria gestione sportiva faccia partire una Ferrari in eterna ricostruzione un passo indietro rispetto a Mercedes. Il fascino di Maranello è immutabile ma non è più sinonimo di vittoria: “Potessi scegliere la macchina per il 2023 andrei in Red Bull, per stare sul sicuro. Oppure la Ferrari, perché mi è mancata, perché ha un fascino unico, perché è la Rossa. Ma non per sperare di vincere”. Speriamo si sbagli.