Verstappen vince Ferrari delude. A Max si può dire di tutto, tranne che non sappia scegliere le piazze più calde per battere i record. Nel lontano 2016 trionfava (il più giovane della storia) nella bolgia del Montmelò, il giorno del botto Rosberg-Hamilton; domenica ha scelto l’Autodromo H. Rodriguez, vestito a festa per Checo (più di 400000 presenze totali), per elevarsi a pilota con il maggior numero di vittorie in una stagione. Sembra quasi che lo faccia a posta, per quella naturale predisposizione di stare al centro dello spettacolo; in Messico inoltre ha evitato il raggiungimento del contro-record di Lewis, alla ricerca disperata della vittoria per rimanere l’unico pilota ad aggiudicarsi un GP ogni stagione disputata. Ora l’olandese ha 14 successi in campionato (Schumi e Seb fermi a 13), assicurandosi il record sotto un punto di vista strettamente numerico. Ma se andiamo a prendere la percentuale di vittorie di Schumacher e Vettel in una stagione, vediamo che Max si interpone tra i due campionissimi tedeschi: Schumi 72%, Max 70%, Seb 68%, con Hamilton fermo al 64%. Il pilota della Red Bull avrà occasione di alzare la percentuale visti i due GP che ci attendono, anche se noi tifosi della Rossa gradiremmo che Schumi rimanesse a guardare tutti dall’alto. Questa vera e propria annata d’oro ha portato Max anche a sfondare la barriera di punti imposta da Lewis (nel 2019 fermò il conto a 413 punti), alzando la livella sui 416: con 60 punti ancora a disposizione, Verstappen potrà mettere al sicuro il primato per qualche stagione. Ciononostante appare evidente che questi numeri sono favoriti da una quantità impressionante di Gran Premi (22), ma soprattutto dal crollo della Ferrari, la quale se si fosse mantenuta sulle prestazioni delle prime gare, avrebbe reso vita difficile a questo Max in versione “conquistador”. Di fianco la prima guida, sul gradino più basso del podio, un raggiante Checo Perez, per la seconda volta sul podio a casa sua: è forse più felice suo padre, che alla bandiera a scacchi inscena una “corrida”, con tanto di bandiera tricolore sulle spalle, per tutto il paddock. Così Sergio stacca Charles in seconda posizione per 5 lunghezze e punta dritto al secondo posto finale, a maggior ragione dopo la prova della Rossa.
Verstappen vince Ferrari delude, la giornata “no” della rossa
Non sarà un problema di vertigini? Spieghiamoci meglio: la Ferrari va cronicamente in difficoltà quando la pista è situata ad una certa altitudine. Come già accaduto nei saliscendi in Belgio e tra le colline dell’Hungaroring, la Ferrari difetta di trazione e bilanciamento, anche a detta di Binotto. Sebbene sia piatta, la pista in realtà sorge chiusa tra le montagne nella conca di Città del Messico (più di 2000 metri s.l.m.). Alla luce di ciò, nonostante i lunghi rettilinei, l’autodromo messicano è una pista ad alto carico aerodinamico, data l’aria assai rarefatta; ciò significa che una massa decisamente minore di aria va ad impattare ali ed appendici aerodinamiche generando una deportanza minore. Durante le prove al venerdì è stato provato un alettone posteriore a basso carico, che non ha portato i risultati sperati. Allora gli uomini in rosso hanno ripiegato sull’ala standard ad alto carico, non avendo però un assetto adatto. Inoltre, per non occorrere in rotture meccaniche, visto che non ci si sta giocando niente, le power unit sono state depotenziate. Questo ha portato ad un sabato anonimo e ad una domenica per nulla emozionante. “Non riesco a guidare la mia macchina come vorrei … prevedo una gara dura”: aveva ragione Charles dopo le qualifiche, e al traguardo getta la spugna: “Una gara senza passo, nonostante abbiamo massimizzato il nostro potenziale … se massimizzando arriviamo ad un minuto non va bene di certo”. Piuttosto sconsolato il monegasco, a cui fa eco Sainz: “Sapevamo di dover fare dei compromessi per via dell’altitudine, ma davvero non eravamo performanti”. Binotto aggiunge qualcosa circa le strategie: “Eravamo convinti che partire con le soft e passare alle medie sarebbe stata la via migliore … non abbiamo interpretato bene il weekend, è già qualche gara che soffriamo … è tutto da analizzare, in Brasile reagiremo”. Insomma, il borsino della Rossa piange ed in pista le emozioni sono state poche: se il sorpasso sulle macchine di “Serie B” appariva facile, è triste vedere la Ferrari sverniciata da Red Bull e Mercedes in rettilineo, per manifesta inferiorità. Quelle immagini, noi tifosi del Cavallino, le vogliamo lasciare al biennio 20/21.
Verstappen vince Ferrari delude, la cronaca della gara
L’aria pesante che tirava nel paddock questo fine settimana è stata spazzata via da Verstappen, in versione macchina da guerra. Il budget cap e le polemiche che porta con se, unite al silenzio stampa (rotto al traguardo) di Max, avevano fatto iniziare l’appuntamento con gli umori più distanti. Ma la pole position e lo scatto fulminante alla domenica hanno rimesso in ordine tutto: Max davanti, e dietro tutti gli altri. Russel al via non è altrettanto perfetto e subito viene risucchiato prima da Lewis e dopo da Sergio. Mentre le due Rosse stazionavano in quinta e sesta posizione, la gara non si accendeva: dopo la prima girandola dei pit stop l’olandese era già saldamente al comando, seguito da Hamilton il quale vedeva avvicinarsi a grandi passi Perez. Da quel momento un copione abbastanza piatto: Sergio ha preso il pilota della Mercedes ma non ha avuto il passo per superarlo; a dimostrazione che queste nuove vetture da un lato permettono di seguire da vicino l’avversario, ma dall’altro impediscono il sorpasso in sicurezza, se la differenza sul giro è questione di pochi decimi. La Mercedes aveva provato a sparigliare il tavolo, partendo con mescola opposta agli austriaci, ma Max ha allungato il primo stint rendendo iniquo il possibile vantaggio negli ultimi giri. Un inequivocabile prova di forza della Red Bull e del suo pilota. Da lì la gara è scivolata al termine con poche emozioni, tra le quali le lotte in pista di Ricciardo e Bottas, entrambi a punti. Forse ancora più soddisfatto per aver beffato Lewis due volte in una settimana, il pilota del giorno commenta: “Che stagione incredibile, ce la stiamo godendo … la partenza ci ha aiutato molto, il nostro passo è stato eccezionale”. Lewis, che negli anni ha sviluppato quella capacità di sorridere ed apparire sempre diplomatico, spiega: “Ero vicino ma loro avevano la strategia migliore, la gomma dura non era quella giusta”. Ma in fin dei conti lo sappiamo tutti: che sia Max ancora una volta a precludergli la strada verso un record – l’anno scorso l’ottavo titolo, quest’anno il successo che gli permetterebbe di essere l’unico a vincere in tutte le stagioni disputate – gli causerà parecchi fastidi. Appuntamento tra due settimane ad Interlagos, dove Max proverà ad alzare la sua percentuale e Lewis cercherà l’agognato trionfo. Sperando che a guastare la festa di entrambi ci pensi la Ferrari, volesse il cielo.