Juventus, addio alla Champions League. È un inizio di stagione da incubo per la Juventus ! I bianconeri di Allegri sono partiti con il freno a mano tirato, a fine ottobre hanno già detto addio alla Champions League e occupano l’ottavo posto nella classifica di Serie A. Capitan Bonucci e compagni hanno un ritardo di ben 10 punti dalla capolista Napoli e nella fase a gironi della Coppa dalle grandi orecchie hanno conquistato solamente una vittoria in cinque partite, in casa contro il Maccabi Haifa. Poi sono arrivati ben quattro k.o.: contro il Psg al Parco dei Principi (2-1), contro gli israeliani in trasferta (2-0), e contro il Benfica sia all’Allianz Stadium (2-1) che al Da Luz ieri sera (4-3). Proprio il capitombolo in terra portoghese ha decretato l’eliminazione della Vecchia Signora dalla competizione e mercoledì, in casa contro il Psg c’è da conquistare almeno l’Europa League. Ma difficilmente i francesi faranno sconti. Ad ogni modo questa eliminazione dalla maggiore competizione europea avrà riverberi pesanti sulla disastrata situazione economica del club.
Juventus, addio alla Champions League. Lisbona capolinea di un ciclo
L’amara sconfitta di ieri sera segna il capolinea di un ciclo. L’ossatura dei nove scudetti è ormai un ricordo: Buffon, Chiellini, Barzagli, Vidal, Marchisio, Del Piero, Dybala, Higuain , Mandzukic, Cristiano Ronaldo, Pjanic, Khedira, Lichtsteiner, Pirlo, Tevez e gli altri protagonisti sono nei libri di storia. Vincere in Italia è stato relativamente facile, in un campionato economicamente dislivellato. Lo step doveva essere la conquista della Champions League, trofeo che manca dal lontano 1996. Oggi, in tanto sfacelo lo juventino medio attacca Allegri: l’uomo dei cinque scudetti consecutivi, delle quattro Coppe Italia, delle due Supercoppe Italia e soprattutto delle due finali di Champions League (2015 e 2017 n.d.r.). L’allenatore toscano ha fatto un solo errore: ritentare l’avventura bianconera. Per il resto sta pagando gli infortuni e soprattutto la mediocrità della rosa, dove i campioni con la “C” maiuscola sono veramente pochi: Pogba (quello sano), Chiesa (idem), Vlahovic (se fosse servito meglio…) e lo stagionato Di Maria al quale è stato riconosciuto un lauto stipendio.
Juventus, addio alla Champions League. Il vuoto societario, Allegri protetto dal contratto e la necessità di una rivoluzione totale
La Juventus attraverso un momento storico difficile, stante anche e soprattutto il vuoto societario. L’intera dirigenza bianconera è sotto la scure del caso delle plusvalenze, i conti sono disastrati e Allegri ha perso il controllo della squadra. I giocatori lo sopportano solo perché non possono fare altro, ma molti rapporti sono ormai deteriorati. Il club è prigioniero del contratto capestro fatto firmare all’allenatore e non riesce a muoversi. Lo stesso Allegri ha fatto sapere a chi di dovere che la parola “dimissioni” non fa parte del suo vocabolario: ergo si farà pagare fino all’ultimo centesimo, come da stile. Ma è un allenatore ormai appagato, senza stimoli. Come buona parte della rosa, reduce dai trionfi nazionali. Più che a salvare la stagione e a vincere un improbabile scudetto, la società dovrebbe programmare il futuro a partire da oggi. Come ? Facendo scelte nette, che non abbiano ripercussioni sul resto della stagione. La cosa migliore è ripartire dai giovani: Miretti, Soulè, Iling Junior hanno quella spensieratezza di gioco, gambe fresche e soprattutto voglia di affermarsi. I “nomi” non sono tutto, la “programmazione” è tutto: parola sconosciuta in casa bianconera.