F1 lotta Leclerc-Perez. Nella stagione di gloria di Max e della Red Bull, avevamo pensato che Charles potesse essere un serio candidato al trionfo finale. Una Ferrari resuscitata e un Leclerc micidiale nel corpo a corpo ci avevano fatto godere, fino alla Spagna. Proprio in terra iberica, dove l’olandese diede inizio alla sua epopea nel 2016, le sicurezze della rossa iniziano a vacillare sotto la voce affidabilità, spianando la strada al team austriaco che da quel momento in poi si è preso il campionato. E così la lotta di Leclerc si sposta contro Perez a partire dal post Spa, quando il monegasco ha capito, e ammesso pubblicamente, di essere fuori dai giochi. Checo Perez, un veterano della Formula 1, è una grande seconda guida: pilota esperto e costante, a parte due stagioni (2011 e 2013) sempre tra i primi 10 in classifica mondiale. Dopo l’esperienza incendiaria in McLaren con Button, il messicano è stato di fatto sfortunato: non si capisce come nessun team di vertice si sia accaparrato le sue prestazioni, fino alla chiamata della Red Bull nel 2021, quando si pensava che dopo la sua prima – storica – vittoria in Racing Point, fosse ad un passo dall’addio. L’idolo del Messico è quindi tornato in auge, togliendosi qualche soddisfazione isolata, ovvero quando Max non è in giornata. Vittorie a Baku, Monaco e Singapore, a confermare la sua speciale predilezione per i tracciati cittadini. Successi a macchietta e tanto, tanto lavoro per il team, che lo considera fondamentale, come abbiamo visto quando tenne dietro Lewis ad Abu Dhabi, con la maestria di chi ha un decennio di F1 alle spalle. Charles, il predestinato (Vanzini dixit), è il Nostro pilota, è il pilota di tutti: quel fenomeno che abbiamo atteso per anni e che sogniamo possa essere l’erede di Kimi Raikkonen per un titolo che manca ormai dal 2007. Tra macchine non all’altezza, sfortuna fantozziana e diverbi con il team, è incredibile che il monegasco mantenga sempre quell’aplomb proprio di chi per secondo nome fa Perceval. Davanti alle telecamere, ovvio. Perché al contempo questa stagione ci ha regalato una collezione di urli che neanche Munch, grazie a quella bellezza dei team radio, in gare struggenti per chi ha il cuore rosso (rotto). Una cosa si può dire a Charles: se in gara avesse almeno la metà della potenza che sprigiona in qualifica, sarebbe difficile fermarlo. Ma la squadra deve aiutarlo, rivedere quello che è andato storto quest’anno e riorganizzarsi. Solo così Charles potrà avvicinare Max; per ora dobbiamo accontentarci della lotta con Perez. Divisi da un punto, sono pronti a battagliare da Austin ad Abu Dhabi per l’ultimo scettro disponibile, quello di vicecampione.
Formula 1 lotta Leclerc-Perez, si parte da Austin
Questo è il weekend in cui la F1 tradizionalmente sbarcava negli USA, rinsaldando la tradizione di Indianapolis all’alba degli anni 2010, su un nuovo circuito. Poco importa se ora la febbre da monoposto sia aumentata esponenzialmente con l’aggiunta di Miami e Las Vegas, il Gran premio degli Stati Uniti ha le sue radici ben salde nel pittoresco e controverso stato del Texas. Si aspettano numeri da record, circa 400.000 presenze, a godersi lo spettacolo del circus. Il neo campione Max, rilassato e parsimonioso, ha concluso le PL1 a due decimi da Sainz, limitandosi nelle PL2 alla prova delle gomme test 2023. Ciò non toglie che sarà di sicuro lì a giocarsi la pole con i due ferraristi e Checo. Quest’ultimo, al solito il venerdì, si è limitato a stare tra i primi 10, non forzando la prestazione; al contrario Charles è apparso molto solido e dopo aver ceduto la sua monoposto a Shwartzman nelle FP1, ha ripreso il comando nella seconda sessione, mettendo la livella sull’1’38’’ alto. Il monegasco ha messo in riga anche Sainz, ricalcando i tempi dello spagnolo in FP1, ma con una mescola più dura. Le qualifiche sono previste, insolitamente, alla mezzanotte italiana, e la gara alle 21 di domenica. Chi sarà tra Ferrari e Red Bull ad avere la supremazia al COTA? La pole dovrebbe giocarsi sul millesimo, essendo la pista sostanzialmente favorevole ad entrambe. Il circuito di Austin infatti è stato ideato per raccogliere quelle che sono le caratteristiche più interessanti di vari autodromi. Al primo tornante si arriva in salita, e come ci insegna Kimi potrebbe rivelarsi decisivo per la vittoria; a seguire lo snake in cui la Red Bull rosicchierà qualche decimo. Il secondo settore consta di altre due scalate in seconda intervallate da un rettilineo infinito: la rossa dovrà utilizzare l’efficienza in frenata e in trazione per bilanciare la strapotenza Red Bull sul dritto. Il terzo settore è fatto di curve lente, spesso a 90°, più la caratteristica curva a raggio ampissimo, da fare tutta all’interno con diversi punti di corda ingannevoli, che conduce alle ultime due staccate prima del traguardo. Alla luce di queste caratteristiche ci sentiamo di dire che la pista è neutrale, presentando particolarità che favoriscono sia l’una che l’altra. Parola ai protagonisti, chi sarà il Re di Austin dopo Max?
F1 lotta Leclerc-Perez, le altre piste
Dopo il duello texano, ecco quello messicano. Il prossimo appuntamento terrà banco a Città del Messico, Autodromo Hermanos Rodriguez, la casa di Sergio Perez: l’idolo delle folle, capace di smuovere nelle strade della capitale messicana migliaia di persone ad ogni sua vittoria, si sarà stancato dei piazzamenti a punti. Considerando il mondiale già arrivato in scuderia, Checo darà tutto per vincere a casa sua, un successo che lo renderebbe ancor di più emblema dello sport nazionale. Situato a 2300 metri s. l. m. e racchiuso dalle alte montagne che sovrastano la megalopoli centroamericana, il circuito risulta ad alto carico aerodinamico vista la densità dell’aria (molti ricordano come alle Olimpiadi di Città del Messico numerosi record furono abbattuti grazie all’altura): tre rettilinei dove si toccano velocità supersoniche (specialmente il primo) seguite da frenate roventi e un settore veloce accompagnato dallo scenografico ingresso nel “diamante” per l’ultima parte guidata. Chi arriverà meglio bilanciato avrà la meglio, come dimostra la vittoria di Vettel contro Hamilton nel 2017. La penultima tappa prevista è un’altra di quelle caldissime: dal muro messicano si passa alla torcida brasiliana. Personalmente Interlagos è una pista che si eleva sopra le altre, al pari di Monza, Spa, Barcellona, Silverstone, Imola; teatro spettacolare della chiusura mondiale fino a qualche anno fa, prima che i petroldollari spostassero il tutto nella penisola arabica. San Paolo (oltre ad essere la città con più italiani al mondo), è una parte del cuore degli amanti della rossa, che ricordano nostalgici il successo di Kimi e scazzati l’epilogo di Massa. Il primo e il terzo settore dovrebbero essere ad appannaggio di Red Bull, considerando i due rettilinei e la S do Senna, con la Ferrari che dovrebbe mangiare qualcosa nello spettacolare serpentone del secondo settore, che si snoda tra le colline con parecchie contropendenze. Tendenzialmente queste caratteristiche dovrebbero favorire gli austriaci. Il gran finale, come abbiamo detto, si tiene ad Abu Dhabi sul circuito di Yas Marina. Una cornice sicuramente suggestiva al tramonto, ma al contempo una pista che regala poche, pochissime emozioni: la F1 deve benedire Max e Lewis (e Latifi) se l’anno scorso hanno fatto sembrare le piatte curve del golfo degne di quello spettacolo. Sono del parere che Liberty Media dovrebbe spostare l’appuntamento per ridare al circus una conclusione come si deve: il ritorno ad Interlagos sarebbe un sogno, ma ci accontenteremo anche di qualche altra pista, purchè sia storica e non disegnata con la matita per il volere di quattro emiri. Dopo le modifiche apportate lo scorso anno il circuito si è parecchio velocizzato, il che potrebbe regalare maggiori possibilità a Red Bull. Difatti i primi due settori sono due rettilinei, seguiti da un terzo settore che da guidato è diventato in conduzione, permettendo di non scendere fino alla seconda tranne che in prossimità dell’albergo. Ultimo settore che potrebbe favorire la Ferrari, dinanzi ad una sicura supremazia degli uomini di Horner. Ci sono tutte le premesse per assistere ad un duello serrato, chi otterrà lo scettro (consolatorio) di vicecampione? Nonostante la prevista competitività della Red Bull, siamo sicuri che Charles si batterà per portare a casa delle vittorie, Max permettendo. Perché è vero, dobbiamo ammetterlo, che il monegasco deve rimettere in piedi il suo bilancio: 5 vittorie su 18 pole positions non si addicono a chi vuole dominare questo sport.